Berna, Comunicato stampa, 16.11.2015

Cinque esperti del CSA sono intervenuti in Slovenia e Croazia per aiutare le organizzazioni locali a gestire la crisi dei profughi. Metteranno a disposizione le proprie competenze, contribuiranno a rendere le infrastrutture esistenti resistenti all’inverno e acquisteranno materiale sui mercati locali. Un carico di aiuti proveniente dalla Svizzera è già giunto a destinazione in Slovenia. L’assistenza prestata dalla Svizzera ai profughi e agli sfollati interni vittime della guerra in Siria e Iraq si concentra tuttavia principalmente nella regione teatro dei conflitti.

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Ogni giorno, da 4000 a 7000 persone, in fuga dalla guerra e dal terrore che sconvolgono i loro Paesi di origine, varcano i confini della Croazia e della Slovenia. L’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati (ACNUR), le società nazionali della Croce Rossa, diverse organizzazioni non governative e numerosi volontari coadiuvano le organizzazioni croate e slovene della protezione civile nel gestire i centri di transito dei profughi. L’enorme flusso di migranti in fuga rappresenta una sfida straordinariamente complessa per i Paesi sulla cosiddetta rotta dei Balcani occidentali.

La decisione dell’Aiuto umanitario svizzero di fornire sostegno alle organizzazioni della protezione civile e alle società civili di Slovenia e Croazia è giunta subito dopo la prima richiesta di soccorso inviata dai due Paesi nell’ultima settimana di ottobre. Un convoglio con 7,2 tonnellate di aiuti (cisterne d’acqua, unità di distribuzione e coperte) è partito dalla Centrale del materiale dell’Aiuto umanitario a Wabern (Berna) già lo scorso 11 novembre e il giorno successivo è stato preso in consegna dalle autorità slovene della protezione civile.

Il 12 novembre, un gruppo di esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) è inoltre partito alla volta della Slovenia per occuparsi dell’acquisto di altro materiale in loco e per appoggiare, con il proprio know-how specialistico, l’apparato di protezione civile, per esempio nel potenziamento degli impianti sanitari nei centri di transito. Gli esperti, che attualmente operano nel centro di permanenza temporanea di Šentilj in Slovenia, al confine austriaco, nei prossimi giorni si attiveranno anche in Croazia. Un ulteriore fronte di azione è rappresentato dai volontari. Una quota del budget è destinata alla Croce Rossa croata e all’organizzazione delle opere di soccorso slovene che coordinano il lavoro dei volontari. Il progetto in Slovenia e Croazia dispone di un finanziamento di 1 milione di franchi.

Queste linee di azione si basano sui risultati della missione esplorativa condotta in Slovenia e Croazia dal 4 all’8 novembre scorso da un team di tre persone dell’Aiuto umanitario, che ha individuato gli interventi urgenti nei centri di accoglienza: predisporre infrastrutture e impianti igienico-sanitari resistenti all’inverno, assistere i volontari ormai al limite delle loro capacità e organizzare traduttori (nelle lingue urdu, farsi e arabo).

Nel quadro dei partenariati in materia di migrazione con la Serbia, la Bosnia e Erzegovina e il Kosovo, già alcuni mesi fa la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha stanziato ulteriori fondi in favore dei Paesi partner. Questi aiuti finanziari sono stati impiegati, tra l’altro, per allestire un centro di accoglienza a Preševo, al confine tra la Serbia e la Macedonia. La SEM ha versato inoltre ai Paesi della regione (principalmente Serbia e Macedonia) 1,5 milioni di franchi in risposta agli appelli dell’ACNUR e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM).

La Svizzera eroga contributi anche a organizzazioni non governative e a rappresentanti della società civile che operano in questi Paesi nel campo migratorio. I progetti sono stati sviluppati grazie all’aiuto delle ambasciate svizzere e degli uffici di cooperazione. La Svizzera partecipa a un progetto regionale dell’OIM per il rafforzamento dello scambio di informazioni tra i Paesi colpiti e ha messo a disposizione dell’ACNUR in Grecia un esperto in materia di approvvigionamento idrico e igiene, che opererà direttamente nei centri di accoglienza per migliorare le condizioni in materia di acqua potabile e impianti igienico-sanitari.

Gli aiuti più consistenti della Svizzera a favore dei profughi si concentrano tuttavia nella regione teatro dei conflitti. Dallo scoppio del conflitto in Siria, nel marzo del 2011, la Svizzera ha finanziato progetti in Siria, Libano, Giordania e Iraq per un importo di 203 milioni di franchi. Per decisione del Consiglio federale, lo scorso settembre sono stati sbloccati ulteriori 70 milioni di franchi per la realizzazione di progetti nelle aree colpite dalla crisi in Siria e Iraq e nel Corno d’Africa.


Informazioni supplementari:

Impegno della Svizzera a favore delle vittime della crisi siriana


Scheda di informazioni Sostegno Slovenia – Croazia (de)(pdf, 453kb)


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Ultima modifica 19.07.2023

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