Berna, Comunicato stampa, 27.05.2015

Per il Consiglio federale il bilancio della presidenza svizzera dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) nel 2014 è positivo: nonostante lo scoppio della crisi ucraina è stato possibile contribuire alla promozione della sicurezza e della cooperazione sul continente europeo. Il Consiglio federale ha pertanto accolto favorevolmente il rapporto finale del DFAE sull’anno di presidenza svizzera. Secondo il rapporto, benché l’OSCE non abbia potuto impedire il conflitto in Ucraina, è riuscita ad allentare la tensione in maniera importante. Oltre ad affrontare la gestione di questa crisi, la Svizzera ha saputo promuovere un approccio improntato alla cooperazione anche in altri settori prioritari, per esempio nella lotta contro il terrorismo, nel rispetto dei diritti umani e nella prevenzione delle catastrofi naturali.

Podio degli oratori durante una riunione dell'OSCE
Podio degli oratori durante una riunione dell'OSCE. © EDA, Béatrice Devènes

Il rapporto finale sull’anno di presidenza dell’OSCE mostra che, anche con risorse limitate, la Svizzera è stata in grado di fornire, in questo ruolo, contributi importanti. Contemporaneamente, la presidenza svizzera è riuscita a fare dell’OSCE il principale attore internazionale nella gestione della crisi e a rendere efficaci i suoi strumenti. L’OSCE non ha potuto impedire lo scoppio della crisi ucraina ma ha avuto una funzione essenziale nell’attenuazione delle tensioni, fornendo un contributo visibile alla gestione del conflitto: la missione di osservazione dell’Organizzazione presenta quotidianamente rapporti indipendenti e il gruppo di contatto trilaterale, formato da rappresentanti di Ucraina, Russia e della presidenza dell’OSCE, è riuscito a imporsi come piattaforma fondamentale di dialogo e di negoziato e ha offerto il quadro necessario per l’approvazione degli accordi di Minsk, che prevedono, tra l’altro, il cessate il fuoco.

Malgrado il clima teso in Europa, la Svizzera ha saputo promuovere, nell’ambito di questioni di rilievo, un approccio improntato alla cooperazione. Ne sono un esempio la lotta al terrorismo nel rispetto degli obblighi in materia di diritti umani, la protezione dei difensori dei diritti umani e il coinvolgimento della società civile; la Svizzera è inoltre riuscita a inserire nell’agenda politica dell’OSCE temi come la riforma del settore della sicurezza, la prevenzione delle catastrofi naturali e il coinvolgimento dei giovani, e a lanciare iniziative che sinora si erano rivelate complesse nel contesto dell’Organizzazione. Nei Balcani occidentali è stato portato avanti il lavoro iniziato e per quanto riguarda i conflitti «congelati» nel Caucaso meridionale e nella Repubblica di Moldavia può essere considerato di per sé positivo il fatto che la situazione della sicurezza non sia notevolmente peggiorata a seguito della crisi in Ucraina. 

Attraverso la presidenza dell’OSCE, la Svizzera ha costruito uno stretto rapporto di collaborazione con la Serbia; le due presidenze consecutive danno maggiore continuità al lavoro dell’Organizzazione. Anche nell’anno in corso continueranno a operare gli incaricati speciali della presidenza svizzera per i Balcani occidentali, il Caucaso meridionale e l’Ucraina. In questo modo, sarà possibile proseguire le attività iniziate. La presidenza svizzera ha infine rafforzato in maniera duratura la collaborazione con la Germania, che assumerà la presidenza nel 2016.

Per la presidenza dell’OSCE sono stimati costi complessivi pari a 27,6 milioni di franchi, un milione in meno rispetto al budget iniziale. In questa somma è compresa l’organizzazione del Consiglio dei ministri dell’OSCE, che si è tenuto a Basilea nel dicembre 2014. La partecipazione record di 53 ministri degli esteri e circa 1800 delegati nonché rappresentanti della società civile e dei media testimonia l’importanza di questo evento durante il quale sono state approvate 21 decisioni e dichiarazioni. Con la presidenza dell’OSCE, la Svizzera è rimasta in linea con gli obiettivi della sua strategia di politica estera e nello stesso tempo, insieme all’OSCE, è stata in grado di rafforzare le proprie possibilità di azione in un ambito della politica estera importante per il Paese. Tramite il suo impegno, ha inoltre consolidato ulteriormente la credibilità della propria politica estera.

Il rapporto viene trasmesso alle commissioni della politica estera delle Camere federali.


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