Berna, Comunicato stampa, 15.07.2015

Il direttore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) Manuel Sager e il ministro di stato delle finanze e dello sviluppo economico etiope, Ahmed Shide, hanno sottoscritto oggi ad Addis Abeba un accordo quadro concernente l’aiuto umanitario e la cooperazione tecnica e finanziaria che entra in vigore al momento della firma. L’accordo prevede un ampliamento della cooperazione tra la Svizzera e l’Etiopia per quanto riguarda la sicurezza alimentare, la gestione delle basi naturali della vita, lo sviluppo sociale e la protezione dei rifugiati e dei profughi interni.

Il direttore della DSC Manuel Sager e il ministro di stato delle finanze e dello sviluppo economico etiope, Ahmed Shide. © DFAE
Il direttore della DSC Manuel Sager e il ministro di stato delle finanze e dello sviluppo economico etiope, Ahmed Shide. © DFAE

Con questo accordo quadro la Svizzera e l’Etiopia integrano e aggiornano le basi legali vigenti in materia di aiuto umanitario e di cooperazione tecnica e finanziaria a favore della popolazione più povera. Uno degli obiettivi è facilitare l’attuazione di programmi e progetti in Etiopia, in particolare nel settore dell’importazione e dell’utilizzo di merci specifiche, nonché l’impiego di personale esperto. Il Consiglio federale aveva approvato l’accordo quadro il 1° luglio 2015.

In base a quanto stabilito nel messaggio concernente la cooperazione internazionale 2013–2016 e in linea con l’intensificazione dell’impegno nei Paesi fragili, dal 2013 il Corno d’Africa fa parte delle regioni prioritarie della cooperazione svizzera allo sviluppo. Nel quadro della strategia regionale del Consiglio federale per il Corno d’Africa si prevede di ampliare la cooperazione a lungo termine. Nel 2014 la Svizzera ha investito circa 8,4 milioni di franchi per l’aiuto umanitario e progetti di sviluppo in Etiopia e prevede di aumentare gradualmente tale somma portandola a circa 10 milioni di franchi all’anno. Queste risorse finanziarie dovranno consentire alla popolazione rurale delle zone aride nel Sud e nel Sud-Est dell’Etiopia di gestire meglio le catastrofi naturali che colpiscono ciclicamente la regione e di utilizzare e salvaguardare in modo più sostenibile le basi naturali da cui dipende la loro vita. Per questo la Svizzera sostiene, tra l’altro, il potenziamento dei sistemi sanitari sia per gli esseri umani che per gli animali nelle comunità di pastori nonché il miglioramento dello stoccaggio di prodotti agricoli e la protezione dei profughi.

L’Etiopia continua a essere uno dei Paesi più poveri del mondo. Due terzi dei circa 94 milioni di abitanti del Paese (2013) devono vivere con meno di 2 franchi al giorno. Molti di loro sono denutriti o soffrono di malnutrizione. A causa dei cambiamenti climatici, le siccità e le inondazioni sono sempre più frequenti e i loro effetti sono amplificati dalla deforestazione e dall’erosione. I più colpiti sono gli abitanti delle zone rurali, che rappresentano oltre quattro quinti della popolazione totale del Paese. Al contempo, però, l’Etiopia sta anche attraversando una fase di forte crescita economica e mira a diventare un Paese a reddito medio entro il 2025. Nel settore degli investimenti pubblici è pertanto l’ampliamento delle infrastrutture pubbliche a fare la parte del leone (strade, approvvigionamento elettrico e idrico, scuole, strutture sanitarie, infrastrutture di comunicazione). Tuttavia, malgrado il notevole miglioramento dei servizi pubblici, il Paese continua a dipendere in larga misura dagli aiuti esterni, in particolare per quanto riguarda la gestione delle conseguenze delle catastrofi naturali.

Grazie alla sua politica di accoglienza, l’Etiopia ospita più di 600’000 rifugiati, il numero più alto registrato in un Paese africano, ai quali si aggiungono circa 400’000 profughi interni. L’Etiopia è inoltre un Paese di transito per i flussi migratori.  La scelta di Addis Abeba come sede dell’Unione africana sottolinea il peso politico dell’Etiopia nel continente.


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