Berna, Comunicato stampa, 03.07.2015

Si conclude oggi, dopo tre settimane, la sessione di giugno del Consiglio dei diritti dell’uomo. Oltre a concentrarsi sulle sue priorità tradizionali, come il rafforzamento dei diritti delle donne e delle ragazze e il rispetto del diritto internazionale nella lotta contro il terrorismo, la Svizzera ha esteso il proprio impegno anche a nuovi ambiti tematici, tra cui la corruzione e i diritti dei migranti. Come di consueto, ha inoltre seguito con attenzione le situazioni problematiche presenti in vari Paesi e partecipato attivamente alle relative procedure in seno al Consiglio dei diritti dell’uomo.

I diritti delle donne sono stati al centro di questa sessione, che ha dedicato una giornata al dibattito sulla violenza domestica e sulla partecipazione delle donne ai processi decisionali. Un ambito, questo, in cui per ottenere risultati occorre adottare un approccio trasformativo che miri ad affrontare le cause sociali profonde, tra cui le percezioni tradizionali e gli stereotipi diffusi anche tra gli uomini e i ragazzi. La Svizzera figura tra i principali artefici del testo sulla lotta contro i matrimoni infantili, i matrimoni precoci e i matrimoni forzati, adottato dal Consiglio.

In questa sessione si è inoltre di nuovo discusso, all’interno di vari forum, del crescente fenomeno del terrorismo. La Svizzera ha in particolare ribadito la necessità di fare tutto il possibile per prevenire l’estremismo violento in tutte le regioni del mondo e si è impegnata a promuovere il rispetto dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale umanitario nell’ambito della lotta al terrorismo. 

La Svizzera ha anche accolto con favore l’organizzazione, per la prima volta durante il Consiglio dei diritti dell’uomo, di un dialogo straordinario sui diritti dell’uomo dei migranti. Le recenti tragedie del mare avvenute nel Mediterraneo e nel Sud-est asiatico hanno infatti  evidenziato l’urgenza di un intervento volto a migliorare la protezione dei diritti di queste persone. I movimenti migratori sono diventati sempre più complessi nel corso degli anni, determinando anche la comparsa di nuove forme di vulnerabilità. La Svizzera si adopera a favore di un’azione coordinata con tutti gli attori coinvolti affinché possano essere elaborate soluzioni in grado di migliorare la protezione dei diritti dell’uomo dei migranti. 

In seno al Consiglio, la Svizzera ha inoltre ampliato il proprio impegno nel quadro dei negoziati riguardanti la risoluzione sull’impatto negativo della corruzione sui diritti dell’uomo chiedendo in particolare di concentrarsi maggiormente sui diritti delle vittime di atti di corruzione e sulla responsabilità che gli Stati devono assumersi nell’ambito della lotta al terrorismo per adempiere i propri obblighi di promozione e tutela dei diritti dell’uomo.

La commissione d’inchiesta sui crimini di guerra a Gaza nell’estate 2014 ha infine presentato il suo rapporto conclusivo. La Svizzera, estremamente preoccupata per l’esito dell’inchiesta, ha esortato le parti in conflitto a condurre indagini credibili, trasparenti e indipendenti sulle presunte violazioni del diritto internazionale. Anche i risultati ottenuti dalle commissioni d’inchiesta sull’Eritrea e sulla Siria preoccupano profondamente la Svizzera, che accoglie inoltre con favore la decisione del Consiglio di affidare all’Alto Commissariato per i diritti umani un’indagine sulla situazione problematica dei diritti dell’uomo nel Sudan del Sud. 

Nell’ottobre 2015 la Svizzera si candiderà per un nuovo mandato in seno al Consiglio dei diritti dell’uomo per il periodo dal 2016 al 2018.


Informazioni supplementari:

Opuscolo sulla candidatura della Svizzera a membro del Consiglio dei diritti umani 2016-2018 (fr)
La Svizzera nel Consiglio dei diritti umani
Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani (en)


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Ultima modifica 19.07.2023

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