Berna, Comunicato stampa, 22.01.2016

L’Agenda 2030 è stata al centro della Conferenza annuale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e della Segreteria di Stato dell’economia (SECO). I 17 obiettivi dell’Agenda globale 2030 svolgeranno un ruolo di spicco nella politica di sviluppo della Svizzera degli anni a venire. I relatori e gli esperti hanno trattato vari aspetti, dai negoziati sull’attuazione e il finanziamento all’importanza dell’Agenda per la Svizzera. Il consigliere federale Didier Burkhalter ha evidenziato i legami con la politica svizzera. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha tenuto il discorso di apertura.

© DFAE

Lo scorso settembre sono state gettate le basi: i 193 Stati membri dell’ONU hanno approvato a New York l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. L’Agenda sostituisce gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e va oltre, proponendo nuovi obiettivi che formano una guida comune, per i Paesi industrializzati e i Paesi in via di sviluppo, per ridurre la povertà e promuovere un’economia sostenibile. Nella fase negoziale, durata tre anni, la Svizzera ha fornito un forte impulso all’elaborazione della nuova Agenda. Come procedere ora? Che cosa significa l’Agenda per la politica nazionale e internazionale della Svizzera? La Conferenza annuale della cooperazione svizzera allo sviluppo è stata dedicata a questi temi.

L’anno appena trascorso è stato caratterizzato da molti conflitti, crisi e sfide. Nel suo discorso d'apertura, il consigliere federale Didier Burkhalter ha sottolineato la disponibilità della Svizzera a partecipare alla definizione del contesto internazionale attraverso una politica estera in grado di gettare ponti. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha spiegato, che «con la perseveranza e la volontà politica è possibile trovare soluzioni comuni a sfide comuni». Ha ricordato, tra l’altro, i progressi significativi compiuti  lo scorso anno, che hanno gettato basi solide per lo sviluppo globale: il Piano d’azione di Addis Abeba sull’attuazione e il finanziamento dello sviluppo sostenibile, l’Agenda 2030 adottata dall’ONU a New York e, infine, l’Accordo sul clima di Parigi. «Il 70° anniversario dell’ONU ha quindi potuto essere festeggiato con conquiste importanti che plasmeranno la politica mondiale nei prossimi anni e decenni», ha affermato il consigliere federale Burkhalter, sottolineando che “l’Agenda 2030 è stata definita e la sua attuazione deve essere mesa in atto immediatamente”.

La Svizzera attua l’Agenda su due livelli, ha proseguito Burkhalter. A livello nazionale, nell’ambito della Strategia per uno sviluppo sostenibile 2016-2019, e a livello internazionale, nell’ambito del messaggio del Consiglio federale concernente la cooperazione internazionale 2017-2020, su cui il Parlamento delibererà nel corso di quest’anno. «Per far fronte in modo efficace a sfide globali come la povertà, il cambiamento climatico, l’estremismo violento o le crisi sanitarie, ci vogliono risposte globali», ha dichiarato Burkhalter. «Siamo tutti sulla stessa barca.»

Il Capo del DFAE ha accolto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, invitato alla Conferenza annuale. Subito prima dell’inizio della Conferenza, il consigliere federale Burkhalter e il segretario generale Ban Ki-moon si sono incontrati per un colloquio di lavoro. Entrambi arrivavano dall’incontro annuale del Forum economico mondiale di Davos.  Il segretario generale ha spiegato che l’Agenda obbliga a non lasciare indietro nessuno e a occuparsi in primo luogo delle persone in maggior difficoltà. Ha chiesto a ogni Governo di mostrare una forte determinazione nell’adeguare le politiche, la legislazione e le risorse per sostenere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. «Stimo la Svizzera perché ha già iniziato con l’attuazione nazionale e internazionale dell’Agenda 2030», ha dichiarato Ban Ki-moon.

“Il successo dell’Agenda 2030 si misurerà dalla sua attuazione. E questa inizia ora, anche per la cooperazione svizzera allo sviluppo”, ha sottolineato, nel suo discorso, il direttore della DSC Manuel Sager, che è anche detto ottimista. La sua fiducia si fonda sull’universalità dell’Agenda, che coinvolge non solo i Paesi del Sud, ma anche quelli del Nord, dell’Est e dell’Ovest. Sarà inoltre decisiva l’integrazione delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, ossia la società, l’economia e l’ambiente. Manuel Sager ha inoltre menzionato i regolari controlli previsti e il carattere partecipativo dell’Agenda, che dà a tutti diritto di parola sui problemi globali.. «Tenendo sempre presenti gli obiettivi principali e a lungo termine, sarà possibile giungere a soluzioni comuni. La cooperazione allo sviluppo della Svizzera è ben organizzata e disposta a fornire il proprio contributo», ha affermato il direttore della DSC. Manuel Sager ha anche abbordato la questione del finanziamento, affermando che i mezzi ci sono, ma devono essere messi maggiormente a disposizione dello sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, si devono impedire i flussi finanziari illeciti dai Paesi in via di sviluppo.

Anche l’ambasciatore Raymund Furrer, capo della Cooperazione e sviluppo economici (SECO) ha accennato al finanziamento dell’Agenda 2030, nel suo discorso di chiusura. “Le possibilità di finanziamento della cooperazione allo sviluppo devono essere impiegate in modo più innovativo e mirato.” Inoltre, gli Stati (di cui molti si trovano in una situazione migliore rispetto a 20 anni fa) dovrebbero sfruttare meglio le proprie possibilità finanziarie, organizzare l’ amministrazione in modo più competente e trasparente e rendere conto del proprio operato alla popolazione. Infine, si dovrebbe migliorare il contesto in cui opera l’economia privata, per permetterle di creare un numero maggiore di posti di lavoro di qualità migliore e di assumere più responsabilità nel campo sociale ed ecologico. «L’Agenda 2030 non può essere attuata unicamente con mezzi finanziari», ha detto l’ambasciatore. Per lo sviluppo sostenibile, sono importanti anche la scienza, la tecnologia e l’innovazione. Altro presupposto fondamentale è infine un sistema commerciale multilaterale, regolato, aperto, equo e non discriminatorio.

Nell’ambito del programma quadro della Conferenza annuale, i circa 2300 partecipanti hanno potuto seguire numerosi contributi sull’Agenda 2030. Thomas Gass (Dipartimento dell’ONU per gli affari economici e sociali) e l’ambasciatore Michael Gerber (incaricato speciale del Consiglio federale per lo sviluppo sostenibile globale) hanno discusso delle loro esperienze nell’ambito dell’elaborazione dei nuovi Obiettivi e del loro valore internazionale. Nel corso di due tavole rotonde, specialisti della DSC, di organizzazioni partner della SECO, di organizzazioni umanitarie e dell’amministrazione pubblica hanno discusso aspetti pratici dell’economia sostenibile, sulla base di esempi nell’ambito della gestione idrica (Svizzera, Ciad) e della produzione di cacao (Indonesia).


Informazioni supplementari:

Dossier Conferenza annuale della cooperazione svizzera allo sviluppo
Dossier Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile
Discorso di apertura del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon (en) (PDF, 158 kB)
Discorso del Consigliere federale Didier Burkhalter (fr)
Retrospettiva
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Ultima modifica 19.07.2023

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