Berna, Comunicato stampa, 03.11.2014

La terza edizione del Forum arabo sul recupero dei beni (AFAR III) organizzato a Ginevra si è conclusa lunedì 3 novembre 2014. I partecipanti al Forum, presieduto dalla Svizzera congiuntamente all’Egitto e alla Tunisia, hanno affermato la necessità di proseguire e intensificare la collaborazione internazionale finalizzata a sostenere i Paesi arabi in transizione nel processo di recupero dei beni di origine illecita.

Valentin Zellweger, Direttore della Direzione del diritto internazionale pubblico modera la sessione d’apertura del Forum arabo. Zouhri – Etat de Genève

Su richiesta del G7, dal 1 al 3 novembre 2014, la Svizzera ha ospitato a Ginevra la terza edizione dell’Arab Forum on Asset Recovery (AFAR III), creato nel 2012 su iniziativa della presidenza americana del G8. L’obiettivo generale è di affiancare i Paesi arabi in transizione nelle procedure di recupero dei beni di origine illecita. Il Forum è stato inaugurato sabato dal presidente della Confederazione Didier Burkhalter e ha riunito 250 esperti provenienti da 40 Paesi. Questa edizione è stata caratterizzata da importanti discussioni tematiche e da incontri bilaterali tra le varie delegazioni.

La dichiarazione finale dei tre presidenti del Forum – Svizzera, Egitto e Tunisia – pubblicata lunedì, contiene le principali conclusioni emerse dalla conferenza. In particolare, si fa riferimento alla responsabilità comune di tutti gli Stati nella restituzione dei beni patrimoniali di origine illecita al beneficio delle popolazioni dei Paesi interessati. La restituzione dei cosiddetti averi dei potentati è determinante ai fini del recupero della fiducia nei confronti dello Stato di diritto e dello sviluppo di questi Paesi. È chiaro tuttavia che le procedure necessarie sono complesse e richiedono parecchio tempo. La dichiarazione congiunta elenca alcuni importanti fattori affinché si instauri una collaborazione ottimale.

Nel suo discorso di apertura di sabato, il presidente della Confederazione Didier Burkhalter ha ricordato che la Svizzera si impegna ormai da oltre vent’anni nell’ambito della restituzione degli averi dei potentati e che finora ha restituito oltre 1,8 miliardi di dollari, più di tutte le altre piazze finanziarie. La Svizzera agisce con determinazione contro la presenza sul suo territorio di beni patrimoniali di provenienza illecita di persone politicamente esposte (PEP), un fatto che è stato esplicitamente riconosciuto e apprezzato dagli Stati interessati, in particolare Egitto e Tunisia.

Dal caso Marcos negli anni Ottanta, il primo di questo genere, la Svizzera ha elaborato un quadro giuridico incisivo. Gli ultimi sviluppi sono rappresentati dal disegno di legge federale concernente il blocco e la restituzione dei valori patrimoniali di provenienza illecita di persone politicamente esposte all’estero, resosi necessario dopo la proroga del blocco dei beni di Egitto e Tunisia nel dicembre 2013. Il disegno di legge sarà discusso in Parlamento nel 2015.

La Svizzera ha già ottenuto i primi successi anche nel contesto delle transizioni arabe. Grazie alla stretta collaborazione tra le autorità coinvolte, nel mese di aprile 2014 il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha ordinato la restituzione anticipata di circa 40 milioni di dollari alla Tunisia. Questa decisione è pendente davanti al Tribunale penale federale (TPF).

La chiave di volta per la restituzione degli averi dei potentati è la stretta collaborazione tra gli Stati di provenienza e i centri finanziari. Il Forum arabo, che costituisce la prima piattaforma concreta a livello mondiale per lo scambio sulla restituzione di beni patrimoniali, fornisce un apporto sostanziale in questo senso.

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