Berna, Comunicato stampa, 05.04.2016

Le cause della fragilità e dei conflitti violenti possono essere eliminate in modo duraturo soltanto con un impegno a lungo termine da parte di tutti gli attori. È quanto ribadito dal consigliere federale Didier Burkhalter a Stoccolma in occasione del quinto incontro globale del Dialogo internazionale sullo sviluppo della pace e la costruzione dello Stato (International Dialogue on Peacebuilding and Statebuilding, IDPS). I partecipanti all’incontro hanno deciso di comune accordo di portare avanti il «New Deal for Engagement in Fragile States», un piano di riforma che promuove lo sviluppo della pace e la realizzazione di strutture e istituzioni statali. La Svizzera è già molto impegnata nei contesti fragili e amplierà ulteriormente i suoi programmi di aiuto, come previsto nel messaggio del Consiglio federale concernente la cooperazione internazionale 2017-2020. Uno degli obiettivi è anche impedire che le persone, soprattutto giovani, cadano nella rete dell’estremismo violento.

In occasione dell’incontro del Dialogo internazionale sullo sviluppo della pace e la costruzione dello Stato, il consigliere federale Burkhalter invita ad adottare misure durature per eliminare le cause dei conflitti.
In occasione dell’incontro del Dialogo internazionale sullo sviluppo della pace e la costruzione dello Stato, il consigliere federale Burkhalter invita ad adottare misure durature per eliminare le cause dei conflitti. EDA

Guerre civili, pandemie, conflitti interni o cambiamenti politici: le ragioni della fragilità di determinati Paesi o regioni sono molteplici. Si tratta di una realtà che riguarda ampi strati di popolazione e strutture già esistenti e che richiede quindi sforzi considerevoli per costruire una pace duratura.

«La fragilità è uno dei principali ostacoli allo sviluppo», ha dichiarato il consigliere federale Didier Burkhalter in occasione del quinto incontro globale dell’International Dialogue on Peacebuilding and Statebuilding (IDPS), affermando che la fragilità mina anche la sicurezza e i diritti umani e che l’instabilità e la violenza non rappresentano solo un pericolo per gli Stati interessati e la loro popolazione, ma accrescono anche la minaccia del terrorismo e la pressione migratoria. «È anche nel nostro interesse trovare risposte comuni a queste sfide», ha aggiunto Burkhalter. 

Prosecuzione del «New Deal for Engagement in Fragile States»

Per questo la Svizzera sostiene anche la prosecuzione del «New Deal for Engagement in Fragile States», concordata oggi dai partecipanti all’incontro dell’IDPS. Nella dichiarazione prodotta dal Dialogo internazionale sullo sviluppo della pace e la costruzione dello Stato, viene sottolineate la fondamentale importanza della costruzione dello Stato e della pace ai fini dello sviluppo sostenibile. Al posto di soluzioni tecniche a breve termine e basate su progetti andrebbero pertanto perseguiti approcci a lungo termine che si concentrino anche sulle cause politiche dei conflitti. 

Il «New Deal» è un’importante convenzione multilaterale che svolge un ruolo decisivo per garantire, nei contesti fragili e caratterizzati da conflitti, una cooperazione internazionale sensibile ai conflitti stessi e orientata al raggiungimento di risultati a lungo termine. È stato ideato nel quadro dell’OCSE e sostenuto da oltre 40 Paesi (tra cui anche Paesi cosiddetti fragili), dall’UE, dalla Banca Mondiale e dall’ONU. Anche la Svizzera ha firmato il «New Deal» nel 2011, impegnandosi a collaborare strettamente con gli altri donatori bilaterali e multilaterali nei contesti fragili. L’IDPS è l’ente promotore del «New Deal», di cui si è appena conclusa la fase pilota di cinque anni. Nella dichiarazione di oggi, l’IDPS conferma la prosecuzione del «New Deal» e dell’attuazione dei suoi principi.

Lotta alla povertà, prevenzione del reclutamento da parte di gruppi estremisti

L’impegno a lungo termine e a scopo preventivo contro la fragilità e i conflitti violenti è una chiara priorità della politica estera della Svizzera. Oggi circa la metà dei Paesi partner della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è costituita da Stati fragili. Il messaggio del Consiglio federale concernente la cooperazione internazionale (CI) prevede di destinare fino al 50 per cento del budget per i programmi di cooperazione bilaterali all’adozione di misure atte a migliorare e a stabilizzare la situazione nei contesti fragili. Anche nell’ambito dei negoziati riguardanti l’Agenda 2030, la Svizzera si è fortemente impegnata, con successo, per l’inserimento delle «società pacifiche e inclusive» come obiettivo a sé stante. 

La Svizzera amplierà i suoi programmi di aiuto nei Paesi con contesti fragili. La lotta alla povertà e l’impegno per garantire migliori condizioni di vita e prospettive per il futuro servono anche a prevenire il reclutamento da parte di gruppi estremisti violenti, nei cui confronti risultano particolarmente vulnerabili, vista la mancanza di prospettive, i giovani che vivono in contesti fragili. A quest’ultimo aspetto è dedicata anche la conferenza del 7 / 8 aprile 2016 sulla prevenzione dell’estremismo violento, organizzata dall’ONU e dalla Svizzera a Ginevra.

L’IDPS, che organizza la conferenza di oggi a Stoccolma, è un importante forum internazionale per il dialogo politico che riunisce gli Stati donatori dell’OCSE, la Banca Mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS) con altri 20 Stati fragili e la società civile. I Paesi donatori dell’OCSE, la Banca Mondiale e il PNUS formano insieme la rete internazionale sui conflitti e le situazioni di fragilità (International Network on Conflict and Fragility, INCAF), attualmente co-presieduta dalla Svizzera e dal PNUS.


Informazioni supplementari:

IDPS: 5th Global Meeting (en)
Discorso del Consigliere federale Didier Burkhalter
New Deal for Engagement in Fragile States (en)


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Ultima modifica 19.07.2023

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