Comunicato stampa, 11.04.2019

Il 10 aprile 2019 è giunta al termine la presidenza svizzera del Foro di cooperazione per la sicurezza nel quadro dell’OSCE. Sullo sfondo di tensioni politiche nella regione OSCE, da inizio anno sono stati condotti dialoghi settimanali in materia di sicurezza su questioni inerenti alla sicurezza e alla stabilità politico-militare in Europa. In qualità di mediatrice, la Svizzera ha dato così un contributo al rafforzamento del dialogo multilaterale nel quadro della politica di sicurezza e della cooperazione politico-militare.

Durante i dieci dialoghi in materia di sicurezza condotti dall’inizio della sua presidenza il 16 gennaio 2019, la Svizzera si era posta principalmente l’obiettivo di creare condizioni favorevoli a una migliore implementazione degli strumenti OSCE per costruire la fiducia e la sicurezza nella regione. In questo contesto sono stati tematizzati aspetti costruttivi su temi di politica non solo attuali, ma anche tradizionali, legati alla dimensione politico-militare dell’OSCE. Sulla tematica dei servizi militari e di sicurezza privati, per esempio, sono state illustrate le possibilità di regolamentarli a livello nazionale. Tra gli aspetti della conduzione moderna della guerra, sono state sollevate preoccupazioni di diritto internazionale pubblico e questioni legate alla protezione della popolazione civile. Riguardo alla proliferazione delle armi di piccolo calibro e allo stoccaggio delle munizioni convenzionali è stata promossa la comprensione comune per norme internazionali e nazionali.

Vista l’attuale crisi di sfiducia in seno all’OSCE, la presidenza ha dovuto affrontare la sfida di compiere passi piccoli ma concreti in un’atmosfera caratterizzata da blocchi. La presidenza svizzera dell’FSC si era prefissata di rafforzare la comprensione comune dei 57 Stati membri per l’importanza degli strumenti e dei meccanismi dell’OSCE. L’obiettivo è stato raggiunto, visto che numerosi Stati membri hanno ribadito la loro disponibilità a sfruttare in maniera più efficiente gli strumenti esistenti di promozione della fiducia e della sicurezza e a sostenere iniziative in questo settore. Grazie alla condivisione delle esperienze nazionali e internazionali nello spazio OSCE (e oltre) è stato possibile rafforzare la cultura del dialogo di questo forum capace di prendere decisioni. A tal riguardo, la presidenza si è avvalsa anche di strumenti processuali come la ristrutturazione delle procedure esistenti allo scopo di rafforzare la dinamica operativa del forum.

Attraverso la sua presidenza e l’importante lavoro di follow-up, la Svizzera può fornire un valore aggiunto concreto al dialogo sulla politica di sicurezza nel quadro della sicurezza europea e sottolinea il suo impegno come Stato mediatore proattivo nel quadro dell’OSCE. In questo contesto, si basa anche sulle linee direttrici della presidenza svizzera dell’OSCE del 2014, che ponevano l’accento sulla costruzione di una comunità di sicurezza al servizio della gente.

Nei lavori preparatori e di follow-up della presidenza, il DFAE ha lavorato e lavora strettamente con il DDPS. La presidenza, avviata dalla segretaria di Stato del DFAE Pascale Baeriswyl il 16 gennaio, si è conclusa il 10 aprile con il divisionario Claude Meier, capo dello Stato maggiore dell’esercito. Secondo il principio di rotazione in vigore all’FSC, a maggio del 2019 la presidenza passerà al Tagikistan.


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