La consigliera federale Sommaruga al Consiglio dei ministri di giustizia e dell'interno degli Stati Schengen

Comunicato stampa, 25.02.2016

Berna, Giovedì, la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha preso parte al comitato misto Schengen del Consiglio dei ministri di giustizia e dell'interno. Al centro della discussione ancora una volta la crisi europea dei rifugiati e la lotta al terrorismo.

In seguito all'incontro del Consiglio europeo di metà febbraio, i ministri di giustizia e dell'interno hanno discusso l'attuazione delle misure nell'ambito della migrazione, soprattutto la necessità di potenziare la sorveglianza delle frontiere esterne, la collaborazione con la Turchia e la ricollocazione delle persone in cerca di protezione.

Protezione delle frontiere e delle coste

Durante l'incontro, la consigliera federale Sommaruga, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), ha sottolineato che la Svizzera sostiene una procedura coordinata a livello globale. Risposte unilaterali nazionali non rappresentano una soluzione alle sfide attuali e spesso scatenano soltanto reazioni a catena negative. "L'attuale situazione in Europa mostra ancora una volta chiaramente che occorre più che mai una politica d'asilo europea comune. Il rispetto delle regole comuni e una solidarietà reciproca sono decisive in questa difficile fase", ha affermato la consiglera federale Sommaruga.

Il Consiglio ha discusso nuovamente la proposta, avanzata dalla Commissione a dicembre 2015, di una sorveglianza europea delle frontiere e delle coste. La proposta prevede un'agenzia europea che coordini e unifichi i lavori di Frontex e degli Stati membri. Quest'autorità dovrebbe controllare i flussi migratori e individuare le lacune, rafforzando in tal modo le frontiere esterne di Schengen.

Sorveglianza delle frontiere esterne di Schengen per la sicurezza interna

La discussione ha toccato anche il potenziamento delle frontiere esterne di Schengen. In risposta alle minacce terroristiche, in occasione dei controlli di entrata e uscita occorre confrontare sistematicamente i documenti di viaggio con le banche dati di ricerca rilevanti, al fine di migliorare la sicurezza nello spazio Schengen. La Svizzera dispone già dell'infrastruttura tecnica per effettuare controlli sistematici consultando le banche dati pertinenti. Questa modifica del codice frontiere Schengen, che riguarderebbe anche i cittadini UE/AELS, sarebbe quindi uno strumento efficace per contrastare il fenomeno dei Foreign Terrorist Fighters.

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