Contesto
Malgrado i progressi realizzati nell’ambito della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti connessi, c’è ancora molto da fare, per esempio in materia di educazione sessuale – scolastica ed extrascolastica – completa e adatta all’età, di accesso ad anticoncezionali, alla diagnosi e al trattamento di infezioni sessualmente trasmissibili – HIV/AIDS inclusi –, di prevenzione degli aborti praticati in condizioni rischiose e di riduzione della violenza sessuale e di genere. Benché il tasso di mortalità infantile e materna abbia registrato un calo considerevole, ancora oggi ogni giorno muoiono circa 830 donne per cause legate alla salute della madre e del bambino. Vi è quindi tuttora una necessità d’intervento, soprattutto nei Paesi a basso reddito.
La salute sessuale e riproduttiva è un fattore chiave dello sviluppo sanitario, sociale ed economico delle persone. La Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo, svoltasi al Cairo nel 1994, rappresenta ancora oggi una pietra miliare in questo campo. Il piano di azione negoziato e sottoscritto al Cairo ha imposto un cambiamento di paradigma: dalla classica politica demografica alla promozione dell’autodeterminazione delle persone, in particolare delle donne, per quanto riguarda la loro salute sessuale e riproduttiva. Il piano di azione è stato firmato da 179 Stati, tra cui la Svizzera e i suoi aspetti fondamentali continuano a essere validi, nonostante sia stato aggiornato nel 2014.
Il Piano d’azione del Cairo include vari ambiti, tra cui l’uguaglianza tra uomini e donne, l’istruzione e la salute, e sottolinea l’importanza di un approccio globale perché la salute sessuale e riproduttiva diventi realtà. Il documento ha fornito un contributo essenziale alla definizione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.