Il DFAE è preoccupato per l’escalation militare attualmente in corso nel Nord-Ovest della Siria. L’offensiva lanciata pochi giorni fa ha devastanti conseguenze per la popolazione civile della regione, già duramente provata. Secondo dati dell’ONU sarebbero già centinaia i civili uccisi durante gli attacchi aerei e oltre 150’000 le persone costrette alla fuga. Molti civili si troverebbero intrappolati nell’area senza la possibilità di essere tratti in salvo. Numerosi ospedali e scuole sarebbero stati colpiti e distrutti. Si stima che nel Nord-Ovest della Siria si trovino tra i 3 milioni e i 3 milioni e mezzo di persone, tra cui circa 1,7 milioni di sfollati. 2,7 milioni di persone dipendono già ora dagli aiuti umanitari.
Il DFAE fa appello a tutte le parti in conflitto e a tutti gli Stati interessati, in particolare agli Stati firmatari dell’accordo di Sochi del 17 settembre 2018, affinché riprendano i negoziati per far cessare immediatamente le ostilità. L’accordo di Sochi tra la Turchia e la Russia prevede fra le altre cose una zona cuscinetto tra l’esercito siriano e i gruppi armati. Il DFAE chiede inoltre che il diritto internazionale pubblico, in particolare la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale umanitario e i diritti umani siano rispettati. Deve essere garantito l’accesso umanitario, immediato, duraturo e privo di ostacoli, a tutte le persone che si trovano in stato di bisogno, comprese quelle che vivono nelle regioni più difficili da raggiungere.
È indispensabile riprendere, a Ginevra, il processo di pace avviato sotto l’egida dell’ONU per mettere fine alle sofferenze della popolazione siriana. Solo così sarà possibile giungere a una pace duratura per la Siria che goda di ampio sostegno e garantisca i diritti di tutte le Siriane e di tutti i Siriani.
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