Quest’anno, il dialogo sui diritti umani si è concentrato sul sistema giudiziario e penitenziario, oltre che sui diritti delle minoranze. La Svizzera ha espresso forte preoccupazione per le persecuzioni giudiziarie nei confronti di avvocati e difensori dei diritti umani come pure per le violenze psicofisiche e i maltrattamenti a danno dei loro familiari. Durante i colloqui, si è discusso di singoli casi concreti a titolo esemplificativo. Una discussione approfondita si è tenuta sul tema della pena capitale. Tra gli altri argomenti all’ordine del giorno figuravano i diritti delle donne e delle persone con disabilità.
Anche la tutela dei diritti delle minoranze in Tibet e nello Xinjiang è stata affrontata in modo critico. A questo proposito, la Svizzera ha intavolato la questione del peggioramento della situazione dei diritti umani nello Xinjiang e le gravi violazioni di tali diritti nei cosiddetti campi di rieducazione, nei quali sono detenuti centinaia di migliaia di Uiguri. Al centro del dialogo c’era pure l’impegno multilaterale dei due Paesi. Sono stati ricordati i mandati dei meccanismi dei diritti umani dell’ONU – in particolare il Consiglio dei diritti umani – ed è stata ribadita l’importanza della partecipazione della società civile a questi organismi internazionali.
Il dialogo bilaterale in materia di diritti umani tra la Svizzera e la Cina viene portato avanti dal 1991.
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