Durante il suo intervento in occasione della Conferenza ministeriale, il capo della diplomazia svizzera Ignazio Cassis ha constatato la necessità di reindirizzare l’attività dell’Organizzazione per renderla capace di affrontare le sfide del XXI secolo e di rispondere alle aspettative delle persone che vivono in regioni francofone, in particolare quelle delle donne e dei giovani. Ha inoltre evidenziato l’importanza delle riforme avviate in questo senso dalla segretaria generale Louise Mushikiwabo. Il consigliere federale ha insistito sulla necessità di rafforzare l’identità dell’Organizzazione attraverso la lingua comune, ̶il francese, promotrice di valori come la pace, i diritti umani e la democrazia. Ignazio Cassis ha inoltre menzionato il ruolo del multilateralismo nel mondo di oggi e messo in risalto il sostegno della Svizzera alla Francofonia nell’ambito della formazione professionale duale, della promozione della pace e del monitoraggio delle transizioni democratiche. Infine, ha ribadito l’impegno del nostro Paese in Africa, che si concretizza, anche a livello bilaterale, tramite la cooperazione internazionale.
La Conferenza ministeriale è stata un’occasione per portare avanti il dialogo avviato con la ruandese Louise Mushikiwabo lo scorso aprile, quando la segretaria generale dell’OIF era stata accolta a Berna dal consigliere federale Cassis e da alcuni membri della delegazione svizzera all’Assemblea parlamentare della Francofonia.
A margine della Conferenza, Ignazio Cassis ha anche incontrato i ministri degli affari esteri di Andorra, del Mali, di Monaco e del Senegal, come pure la ministra della comunicazione e della cultura del Québec.
L’OIF venne istituita nel 1970, partendo dall’idea che la lingua sia un elemento unificante che permette di adottare una posizione comune a livello multilaterale. Oggi è l’unica organizzazione di questo tipo al mondo ad avere una così grande importanza. Nel 2020, ricorrerà il 50° anniversario dalla sua istituzione. L’OIF si compone di 54 Stati e governi, 7 membri associati e 27 osservatori sui cinque continenti.