Allocuzione dell’ambasciatore Roberto Balzaretti all’occasione della celebrazione della Festa nazionale 2025

Parere, 24.07.2025

Solo il testo pronunciato fa fede

Care cari concittadini, amici e amiche della Svizzera,

A nome di tutto il team dell’Ambasciata di Svizzera a Roma, vi do il più cordiale benvenuto. Un benvenuto speciale e un ringraziamento anche ai nostri sponsor che con il loro sostegno contribuiscono in modo decisivo al successo di questa serata. E last but not least, un grande grazie alla banda dei Carabinieri che interpreterà tra poco gli inni nazionali.

Ogni anno in Svizzera e nel mondo si tengono oltre 5.000 eventi legati alla Festa nazionale del 1° agosto. Dalle piccole feste nei villaggi di montagna ai grandi eventi ufficiali – organizzati da comuni, associazioni, scuole, comunità svizzere all’estero o semplicemente in famiglia e tra amici.

È per noi un giorno di festa e di riflessione. Siamo riuniti questa sera in un momento storico segnato da trasformazioni profonde. Le sfide geopolitiche, le tensioni commerciali, le transizioni tecnologiche ed energetiche, ma anche l’urgenza ambientale e l’invecchiamento della popolazione ci pongono interrogativi cruciali sul futuro del nostro continente. E oltre.

A me pare che una domanda che dobbiamo porci sia di natura fondamentale, persino esistenziale: come possiamo cercare di influenzare il corso degli eventi e promuovere ciò che ci sta a cuore?

Dapprima dobbiamo riconoscere le realtà e accettarle come tali. I fatti ci mostrano un mondo inquietante e un’evoluzione della situazione incerta: la guerra in Ucraina e le decine di altre guerre spesso dimenticate; i conflitti in Medio Oriente; un sistema internazionale – pace, sicurezza, commercio, clima - sotto pressione. Certo, ci mostrano pure dati sulla salute, l’educazione, la riduzione della povertà estrema o l’accesso ai servizi di base che indicano un miglioramento a livello globale negli ultimi 50 anni. E per quanto ci riguarda più da vicino una relazione bilaterale CH-IT che vive un ottimo momento.

Però siamo lontano dal realizzare per tutti ciò che la nostra Costituzione postula nel suo preambolo per il nostro paese, ma con un’ambizione universale, quando recita : « … che libero è soltanto chi usa della sua libertà e che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri ».

Allora permettetemi due appunti: il primo è che dobbiamo (ri)partire dai fondamentali. Curare relazioni universali, ma porre i vicini al centro dell’azione di politica estera. Con vicini intendo i paesi confinanti e l’Europa. Contano la lingua, la cultura, il tessuto economico e sociale, i bacini di vita transfrontalieri e una lunga consuetudine di vivere comune. In altre parole: è necessario rimettere la vicinanza e l’umano al centro. Ascolto, dialogo, incontri costruttivi e ricerca di convergenze devono guidare sempre la nostra azione.

Poi che dobbiamo occuparci di diritto e di giustizia. Qui vorrei sottolineare una cosa: la Svizzera auspica la «giuridicizzazione» delle relazioni internazionali. Il diritto è la nostra vera carta vincente, poiché non vogliamo, né possiamo, imporci con la forza. Alcuni mettono in discussione questo principio e quindi il principio stesso di un diritto internazionale che dovrebbe proteggerci. Ma se non il diritto, le regole, cos’altro dovrebbe proteggerci? Nella giungla, nel mondo della sola legge naturale, non siamo di sicuro al vertice della catena alimentare. In una frase: dobbiamo tessere partenariati di prossimità e nutrire la fiducia reciproca sulla base di regole chiare e condivise. Ed essere, come lo sono Italia e Svizzera l’una per l’altra, vicini, partner, amici.

Condividiamo una lingua, un patrimonio culturale comune, oltre ai 740 chilometri di confine. Coltiviamo uno scambio umano intenso e profondo: 650.000 cittadini italiani vivono in Svizzera, e 52.000 cittadini svizzeri risiedono in Italia. Arricchiscono reciprocamente le nostre società. Anche economicamente i nostri paesi sono strettamente interconnessi: con un volume di scambi bilaterali superiore a 1 miliardo di franchi – ogni settimana! - l’Italia è il quarto partner commerciale della Svizzera.

Negli ultimi dodici mesi abbiamo compiuto nuovi passi in avanti in vari settori. Attraverso incontri ad alto livello – in primis la visita della nostra Presidente della Confederazione, Karin Keller-Sutter, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, qui a Roma. Al centro delle discussioni: la sicurezza europea, le sfide transatlantiche, la cooperazione bilaterale. L’intenso dialogo istituzionale ci ha permesso di ottenere risultati su temi come il traffico transfrontaliero, la riduzione della burocrazia e l’accesso al mercato per le imprese.

Nella ricerca e nell’innovazione – motori del progresso e della crescita sostenibile – i nostri Paesi collaborano strettamente: sono in corso oltre 700 progetti congiunti nel quadro di Horizon Europe, il principale programma europeo nella ricerca scientifica. Fanno dell’Italia il secondo partner del nostro paese in materia di ricerca e innovazione.

Nei prossimi mesi attendiamo nuovi sviluppi riguardo al telelavoro, la cooperazione in materia di energie e di trasporti. E per finire, un piccolo scoop: nei prossimi due anni visiteremo le 20 regioni d’Italia, a piedi – con l’obiettivo di approfondire il dialogo e la collaborazione tra i nostri Paesi a livello locale e nel contatto diretto. “In cammino con la Svizzera” (questo è il motto del progetto) attraverso le meravigliose regioni del paese che ci ospita, nel segno della prossimità. La prima tappa del viaggio in Umbria, verso la fine dell’anno.

Buona festa. Viva la Svizzera e viva l’amicizia italo-svizzera!