Mandato della cooperazione con l’Europa dell’Est

La cooperazione con l’Europa dell’Est è parte integrante della politica estera e della politica economica esterna della Svizzera e comprende sia la cooperazione con l’Europa dell’Est (cooperazione per la transizione) sia il contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell’Unione europea (UE). Il suo mandato poggia sulla legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est («legge Est»).

Un operaio dell'azienda "Cromex d.o.o"  che si occupa di lavorazione dei metalli a Prijedor, Bosnia ed Erzegovina.
La formazione professionale è un importante priorità tematica della cooperazione svizzera con l’Europa dell’Est. © Sulejman Omerbasic for SDC and UNDP

La cooperazione con l’Europa dell’Est è iniziata con la caduta del Muro di Berlino nel novembre del 1989. Solo poche settimane dopo, il Consiglio federale ha approvato i primi crediti per l’aiuto umanitario nell’Europa centrale e orientale. Dal 1990 il Parlamento ha messo a disposizione mezzi finanziari per sostenere i cambiamenti politici, economici e sociali negli Stati dell’ex Unione Sovietica e dei Balcani occidentali approvando vari crediti quadro. Tale impegno si fonda sulla legge Est, entrata in vigore il 1° giugno 2007 e rivista il 1° giugno 2017.

La Svizzera sostiene i governi, il settore privato e la società civile nel rafforzamento della democrazia e dello Stato di diritto e nella promozione di economie sociali di mercato rispettose dell’ambiente, in collaborazione con altri Stati, l’Unione europea, le banche di sviluppo e le organizzazioni dell’ONU. Nel periodo 2021-2024 la Svizzera destinerà complessivamente 1,025 miliardi CHF alla cooperazione con l’Europa dell’Est.

La DSC e la SECO attuano il credito quadro congiuntamente: la SECO è responsabile di un terzo del credito e la DSC degli altri due terzi. Questo impegno comune si concretizza nell’adozione di strategie coerenti e nello svolgimento di attività complementari.