Stato di diritto e democrazia, gestione del riscaldamento globale, tariffe dell’energia elettrica trasparenti e diritti di sfruttamento delle acque: i programmi della Svizzera mirano a coinvolgere maggiormente le cittadine e i cittadini nei processi politici e a favorire uno sviluppo sostenibile che vada a beneficio di tutti.
Rafforzare Stato di diritto, democrazia e istituzioni

Le cittadine e i cittadini plasmano attivamente il futuro del proprio Paese
Una società civile attiva è un elemento cruciale per una democrazia stabile ed efficiente. Garantisce la tutela degli interessi politici, sociali ed economici della popolazione e osserva le attività del Governo, obbligandolo ad agire con trasparenza e a rendere conto del proprio operato. Una società attiva promuove pertanto il progresso sociale e la crescita economica. Proprio nelle giovani democrazie – come quelle degli Stati dei Balcani occidentali – la società civile può incontrare difficoltà a far valere i propri interessi e le proprie necessità. Gli ostacoli sono rappresentati ad esempio da limiti nella libertà di stampa, corruzione diffusa o emarginazione politica e sociale delle minoranze.
In Macedonia e Kosovo, due Stati dei Balcani occidentali, vi sono ancora alcune sfide da affrontare. La percezione pubblica della corruzione è elevata e la libertà di stampa e di opinione non sono garantite. Nell’ambito di due progetti in Macedonia e in Kosovo la Svizzera sostiene direttamente circa 200 organizzazioni e attori della società civile che si adoperano per un cambiamento sociale nei loro Paesi. L’obiettivo è integrare con maggiore efficacia le loro richieste nel processo politico e al tempo stesso di animare il dialogo sociale. Di seguito sono presentati due esempi di iniziative della società civile in Macedonia e in Kosovo sostenute dalla DSC.
Cittadine e cittadini artefici del cambiamento politico in Macedonia
Nel 2016 la Macedonia è stata teatro di una resistenza a livello nazionale contro il Governo allora in carica. Le cittadine e i cittadini erano insoddisfatti del percorso politico intrapreso dal Governo, mentre il suo sospetto coinvolgimento in uno scandalo di corruzione inaspriva la situazione. Le persone hanno portato il proprio malcontento nelle strade, dando il via alla «rivoluzione colorata», che ha condotto a nuove elezioni e infine a un avvicendamento pacifico del Governo macedone. Le organizzazioni sostenute dalla DSC si sono impegnate attivamente per chiarire i termini dello scandalo legato alla corruzione ed elaborare una proposta di soluzione alla crisi politica.
Nessun aiuto efficace senza democratizzazione
Storie di successo in Kosovo incentivano lo scambio tra la cittadinanza
La piattaforma Internet AlbInfo informa la popolazione dei Balcani occidentali e la diaspora albanese in Svizzera in merito a temi di attualità della regione. La DSC finanzia una serie di reportage su storie di successo personali di Kosovare e Kosovari. La stilista di moda, il coltivatore bio o l’imprenditore edile: queste storie favoriscono la connessione tra la diaspora e la regione d’origine e potenziano lo scambio di conoscenze ed esperienze anche con i decisori politici.
Corsi online gratuiti per incentivare attività efficaci a favore del clima

Solide conoscenze e formazione mirata sul cambiamento climatico sono necessarie per aiutare la società ad adattarsi al riscaldamento globale. Le persone più duramente colpite dalle sue conseguenze sono anche quelle che non hanno accesso a conoscenze e formazioni specifiche sull’argomento. UN CC:Learn colma questa lacuna.
Solide conoscenze e formazione mirata sul cambiamento climatico sono necessarie per aiutare la popolazione ad affrontare la minaccia del riscaldamento globale. Le persone più duramente colpite dalle sue conseguenze sono anche quelle che non hanno accesso a conoscenze e formazioni specifiche sull’argomento. L’iniziativa UN CC:Learn colma questa lacuna. La piattaforma offre un corso gratuito online sul cambiamento climatico, accessibile ovunque e da chiunque. Nel 2017, la piattaforma ha raggiunto due importanti obiettivi: sono stati superati i 100’000 utenti in 195 Paesi ONU registrati per l’utilizzo e sono state rilasciate 10’000 certificazioni che attestano che l’utente ha completato con successo la formazione.
UN CC:Learn – imparare a vivere con il cambiamento climatico
La consapevolezza delle sfide determinate dal cambiamento climatico sta crescendo a livello mondiale ma pochi hanno le conoscenze e le capacità per adattarvisi e mitigarne le conseguenze. I sei moduli UN CC:Learn illustrano come utilizzare tecnologia e interventi strategici per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, propongono soluzioni per adattarsi all’evoluzione del clima, danno consigli su come richiedere finanziamenti in questo ambito e forniscono un’introduzione ai meccanismi scientifici alla base del cambiamento climatico. Il corso online mette a disposizione di persone in ogni angolo del mondo uno strumento di base per comprendere il cambiamento climatico e mettere a punto soluzioni adeguate. La piattaforma, che sviluppa le competenze di persone e istituzioni, è stata riconosciuta come il principale strumento internazionale nel contesto dell’Action for Climate Empowerment (ACE), ai sensi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Trasmettendo conoscenze ai giovani sul riscaldamento globale, l’iniziativa aiuta anche i Governi a sviluppare e a implementare strategie didattiche nazionali sul cambiamento climatico. Il progetto UN CC:Learn è finanziato dalla DSC e implementato dall’UNITAR, l’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca. L’iniziativa agevola l’attuazione dell’Accordo di Parigi, incentivando tutti a dare il proprio contributo e fornendo anche gli strumenti per farlo.
Energia per una regione isolata di montagna

Pamir Energy è una centrale elettrica sostenuta dalla SECO nella regione del Gorno-Badachšan in Tagikistan. La centrale fornisce energia da fonte idroelettrica a oltre 250’000 persone in modo affidabile e sostenibile e a un costo accessibile.
Pamir Energy fornisce energia a 220’000 persone di questa regione del Tagikistan, pari al 96% della popolazione residente nella zona. A queste si aggiungono circa 35’000 persone che vivono al di là del confine, in Afghanistan. Negli ultimi anni l’azienda ha messo in funzione 11 centrali idroelettriche e circa 4300 chilometri di condutture. Ciò modifica in modo sostanziale la vita delle persone e le possibilità economiche, ad esempio portando la luce, consentendo di cucinare senza fuoco e incentivando l’insediamento di attività commerciali locali.
Pagare la corrente con il cellulare
Corrente elettrica 24 ore su 24 – una novità in questa regione isolata e inospitale, dove i pericoli naturali sono sempre in agguato, le temperature in inverno scendono fino a 50 gradi sotto zero e alcuni villaggi sono situati a oltre 3000 metri di altitudine.
Pagare per questo servizio non è così scontato in questa regione, un tempo parte dell’Unione Sovietica. Pamir Energy fornisce a ogni cliente un contatore individuale. 33’000 contatori digitali permettono di visualizzare i consumi e i costi e contribuiscono quindi a instaurare un rapporto di fiducia con i fornitori. I clienti ricevono la bolletta mensile sul cellulare e possono pagarla con lo stesso strumento.
Riconoscimento internazionale
Nel 2017 la centrale Pamir Energy è stata insignita dell’«Ashden Award», un rinomato premio internazionale riservato a progetti di successo nell’ambito della produzione energetica sostenibile.
Dal 2002 la centrale è gestita nell’ambito di un partenariato pubblico-privato. Oltre al Governo del Tagikistan e alla SECO, sono coinvolti nel progetto anche l’Aga Khan Fund for Economic Development, la Società finanziaria internazionale e l’Associazione internazionale per lo sviluppo.
Gestione sostenibile e transfrontaliera del bacino del Mekong

Il fiume Mekong è fonte di vita per più di 60 milioni di persone nella sua parte meridionale: fornisce riso all’intera regione, che ne porta il nome, e presenta ricchezze uniche in termini di biodiversità e risorse acquatiche.
Il fiume Mekong è anche il motore di un’industria idroelettrica che contribuisce allo sviluppo della regione, ma che nel contempo ne destabilizza l’equilibrio naturale. La costruzione di numerose dighe sul percorso altera il regime idrologico del fiume, ripercuotendosi sulla sicurezza alimentare della popolazione e costituendo una potenziale fonte di conflitto. Gli effetti del cambiamento climatico, dalla siccità alle inondazioni, rendono la situazione ancora più complessa.
Per affrontare queste sfide a livello transfrontaliero e consentire una gestione integrata delle risorse idriche, i Paesi del bacino inferiore – Laos, Cambogia, Thailandia e Vietnam – hanno creato la Mekong River Commission. Dal 1995, in particolare con il sostegno della Svizzera, questa commissione favorisce la trasparenza e il dialogo con tutti i Paesi coinvolti – compresi Cina e Myanmar – e promuove lo sviluppo di conoscenze sulle sfide poste dal fiume.
Nel 2017, nell’ambito del progetto di costruzione della centrale idroelettrica di Pak Beng, nel Laos settentrionale, la Mekong River Commission ha ad esempio coordinato un processo di consultazione sulla gestione delle risorse idriche transfrontaliere al fine di attenuare o evitare i rischi associati alle alterazioni dei livelli delle acque. La commissione funge anche da centro di competenza tecnico e ha ad esempio messo a punto sistemi per prevedere le piene o monitorare la qualità delle acque del fiume, progetti che hanno beneficiato del co-finanziamento della Svizzera.