Preservare una tradizione
Il Myanmar ha una tradizione cinematografica quasi centenaria, che inizia negli anni 1930. Allora il cinema era un’attività fiorente volta a dare voce alle numerosi correnti di pensiero e alle diverse tendenze politiche, sociali o culturali. La giunta militare ha preso il potere con un colpo di Stato nel 1962, instaurando una rigida censura. Dal 2011 il Paese ha iniziato una lenta transizione verso la democrazia.
«La situazione politica avversa ha profondamente segnato il cinema birmano. Questo è il momento giusto per farlo rinascere», sottolinea ancora il giovane regista.
«In Myanmar la produzione cinematografica non è sovvenzionata dal Governo o dalle organizzazioni locali. Si lavora duramente. Abbiamo storie affascinanti da raccontare e possiamo contare su attori e attrici di talento. I nostri film possiedono un senso estetico e uno stile peculiari. Ma nel cinema birmano mancano i professionisti. Per lungo tempo in Myanmar non vi erano né scuole di cinema né società di produzione o per il noleggio del materiale. L’ossessione per la redditività frena anche lo sviluppo di un cinema indipendente e di qualità.
Nel passato, il nostro cinema ha conosciuto un’età dell’oro. Come giovane regista, la mia missione è di impegnarmi al massimo per produrre in futuro film della migliore qualità possibile».