In ogni società, l’arte e la cultura hanno un ruolo speciale. Conservare la pluralità culturale è importante per l’identità e il dialogo interculturale. Le opere d’arte possono però anche modificare le opinioni e le mentalità, contribuendo a far riflettere la società su importanti temi di attualità. La Svizzera sostiene il settore culturale e la molteplicità delle forme di espressione culturale per uno sviluppo sostenibile nei Paesi partner. Inoltre fa conoscere gli operatori e le produzioni culturali dei Paesi del Sud e dell’Est al pubblico e al mercato della cultura in Svizzera.
Arte e cultura all'insegna dello sviluppo sostenibile
La forza contagiosa dell'art
L’artista indiana Mallika Taneja è membro di Tadpole Repertory, un gruppo di creatori teatrali, ed è cofondatrice del festival Lost & Found di Delhi. Ha vinto il premio d’incoraggiamento 2015 della Zürcher Kantonalbank per la sua opera breve «Thoda Dhyan Se (Be careful)», messa in scena durante l’annuale Theater Spektakel di Zurigo. In soli 15 minuti, quest’opera satirica mostra una giovane attrice che descrive l’assurdità dei codici moralistici imposti alle donne indiane, come il fatto di indossare «abiti decenti e non provocanti» per proteggersi dagli stupri.
Mallika, cosa significa per lei questo premio?
Per un’artista indipendente come me il premio significa soprattutto sicurezza finanziaria, che si trasforma in tempo per la mia attività creativa. Inoltre, ogni forma di riconoscimento dà valore al lavoro dell’artista e gli dà visibilità. Sono molto contenta di aver ricevuto questo premio.
Su quali temi concentra la sua attività di attrice?
Mi piace mettere in scena argomenti importanti per la nostra epoca e per la gente che assiste ai miei spettacoli, anche se il loro messaggio non deve essere necessariamente sociale o politico. Una buona esibizione suscita emozioni, fa riflettere o dà la carica. Insomma, ispira. L’arte di qualità produce un effetto a catena. Una buona esibizione coinvolge il pubblico e lo rende parte di un’esperienza. Se non fosse così, che senso avrebbe tutto questo? Perché salire sul palco? Perché chiedere alla gente di uscire di casa per sedersi in un teatro se poi non provo a interagire con lei? Oggi sappiamo che le esibizioni artistiche possono innescare dei cambiamenti sociopolitici. Non c’è finzione se le persone comunicano tra di loro. Si tratta di scambio e condivisione di energia. L’arte permette di cambiare prospettiva, di modificare le opinioni, le emozioni: insomma tutto quanto. Per me il dialogo con il pubblico è molto importante e sono sorpresa e sopraffatta dal sostegno che ricevo.
E qual è la sfida maggiore?
La sfida più grande è quella di restare onesti. È molto difficile soprattutto adesso che mi ritrovo a rilasciare tutte queste interviste e a formulare queste frasi roboanti. Mi chiedo continuamente come potrò essere all’altezza di tutto questo. Come posso fare in modo che la mia attività sia sempre significativa e rafforzi la resilienza? Verità e onestà: sono due concetti molto difficili da definire, capire e rispettare.
Che significato hanno gli eventi culturali peruna società?
Se portiamo il teatro nei quartieri, creiamo un ecosistema alternativo per le arti e ci rivolgiamo a un pubblico completamente nuovo. Con il passare degli anni, questa proposta influenzerà la cultura della città e l’interazione tra le persone.
Obiettivi puntati sulla montagna
Il programma «Sustainable Mountain Art (SMArt)» è stato avviato nel 2014 dalla Fondazine per lo sviluppo sostenibile delle regioni di montagna (FSSM), con sede a Sion. Sostenuto dalla DSC, SMArt mira a sensibilizzare, attraverso l’arte, le autorità e la popolazione alle sfide con cui sono confrontate le regioni di montagna. Il programma si concentra su quattro temi – cambiamenti climatici, acqua, migrazione e sicurezza alimentare – che rispecchiano i quattro programmi globali della DSC. Il programma SMArt ha una durata di cinque anni.
Grazie al sostegno del canton Vallese, dall’autunno 2014 quattro fotografi del Sud e dell’Est sono stati accolti come artisti in residenza a Sierre. Sono stati selezionati con l’aiuto di partner culturali di vari Paesi. Tra di loro anche Maralgua Badarch, giunta dalla Mongolia nell’inverno del 2015. Per lei, le montagne vallesane sono come giganti con i piedi di argilla, così come vuole la visione mistica della montagna che impregna la cultura del suo Paese. Durante la sua esposizione a Briga, i visitatori hanno potuto ammirare le sue fotografie e visitare la mostra della DSC «Aaruul e Justistaler: la Mongolia e la Svizzera in immagini». Le opere d’arte di Badarch sono state esposte anche in Mongolia.
Scambi artistici e culturali
La FSSM e i suoi partner s’impegnano affinché ogni soggiorno si traduca in esposizioni in Svizzera e nel Paese di origine dell’artista. Promuovono anche gli scambi con altri artisti. Tra il fotografo ruandese Cyril Ndegeya e il fotografo di Monthey Fabrice Erba è nata così una bella amicizia, una complicità che ha dato vita a un altro progetto fotografico, dedicato al «volto nascosto dell’acqua», che ha avuto un’eco molto positiva in Ruanda. Il fotografo e filosofo peruviano Alejandro León
Il fotografo e filosofo peruviano Alejandro León Cannock è invece rimasto colpito dagli effetti del riscaldamento climatico in Vallese. «Che ne sarà dell’acqua che scorre nei canali di irrigazione, nei torrenti e nei fiumi quando i ghiacciai saranno scomparsi?», si è chiesto l’artista. Durante il suo soggiorno a Sierre, Alejandro León Cannock si è quindi dedicato a fissare con il suo obiettivo le trasformazioni visibili del paesaggio alpino.