Per un mondo senza mine antiuomo

Di recente il presidente degli Stati Uniti ha annunciato la decisione di tornare a utilizzare mine antiuomo. Il Governo svizzero deplora questa scelta e ribadisce il proprio obiettivo di un mondo senza tali ordigni.

Un furgone preposto allo sminamento avanza in un campo nel quale, come indica un cartello, sono presenti mine.

Le mine continuano a uccidere migliaia di persone in tutto il mondo. © Keystone

Distruzione di 661'491 mine terrestri

Nel 2019 le mine antiuomo hanno causato 6897 vittime. Una sessantina di Paesi ha terreni minati. Il bilancio non è migliorato dal 2018. Secondo il rapporto 2019 del Landmine and Cluster Munition Monitor, la maggior parte delle vittime sono civili, tra cui si contano molti bambini. Se attive, anche le mine antiuomo dotate di meccanismo di autodistruzione possono colpire senza distinzione militari e civili e ostacolare lo sviluppo socioeconomico.

Da oltre 25 anni la Svizzera insieme alla comunità internazionale è attiva nella lotta a questi ordigni. Il suo impegno ha permesso di distruggere, nel corso degli ultimi cinque anni, 661'491 mine terrestri e di bonificare complessivamente 800 km2 di terreno.

Eliminazione delle mine antiuomo entro il 2025

Nel 1997 è stata adottata la Convenzione di Ottawa, un trattato internazionale che chiede la distruzione delle mine antiuomo e ne vieta l’impiego, il deposito, la fabbricazione e il trasferimento. La Svizzera è stata uno dei primi Paesi a ratificare la Convenzione, che oggi conta 164 Stati parte. La comunità internazionale – Svizzera compresa – mira a eliminare le mine antiuomo entro il 2025.

«La decisione degli Stati Uniti rappresenta una regressione, tenuto conto che queste armi non dovrebbero nemmeno essere utilizzate. Le conseguenze a livello umanitario sono troppo grandi», afferma Krystyna Marty, segretaria di Stato ad interim del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

L’intervento internazionale ha permesso di salvare migliaia di vite nel corso di due decenni. «La Svizzera conta sugli Stati Uniti per portare avanti la lotta contro questi ordigni ed esorta tutti gli Stati che non sono ancora parte alla Convenzione di Ottawa ad aderirvi il prima possibile», aggiunge Krystyna Marty.

La Svizzera tra i principali Paesi donatori

Il Consiglio federale attua la propria strategia antimine. Quella valida per il periodo 2016-2022 si fonda sulla definizione di sminamento umanitario riconosciuta a livello internazionale. La Svizzera sostiene l’azione politica della comunità internazionale, finanzia progetti concreti nei Paesi interessati e sostiene le missioni di esperti. Fa inoltre parte dei 15 principali Paesi donatori in materia di sminamento umanitario. Circa la metà dei fondi è destinata al Centro internazionale per lo sminamento umanitario di Ginevra (Geneva International Center for Humanitarian Demining, GICHD). In parallelo, la Svizzera controlla che gli Stati parte rispettino gli impegni presi e applichino le convenzioni internazionali pertinenti.

L’azione antimine della Svizzera

Nel 2018:

  • la Svizzera ha stanziato 18,4 milioni di franchi per la lotta contro le mine
  • le attività politiche si sono concentrate sul rispetto e l’attuazione dei trattati principali
  • i progetti sul campo hanno assorbito la maggior parte delle risorse investite
  • sono stati realizzati progetti di sminamento in Bosnia e Erzegovina, Cambogia, Colombia, Croazia, Myanmar e Siria
  • dodici esperti svizzeri sono stati inviati all’estero a sostegno dei programmi di sminamento delle Nazioni Unite
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