Sostegno della Confederazione alle persone colpite dalla guerra in Ucraina

Dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio 2022, la Confederazione ha attuato varie misure a sostegno delle persone colpite dalla guerra in Ucraina. Queste spaziano dall’aiuto umanitario e l’impegno per una soluzione pacifica al conflitto, lo sminamento umanitario e l’aiuto finanziario, alla concessione dello statuto di protezione S per i rifugiati ucraini. Al 31 dicembre 2024, la Confederazione ha versato in totale 4,37 miliardi di franchi a sostegno della popolazione colpita dalla guerra in Ucraina, sia in Svizzera che all’estero.

 Nell'immagine di sinistra, due uomini stanno caricando delle casse su un treno merci; nell'immagine di destra, una persona sta cercando mine in un campo.
Tra le misure che la Confederazione sta attuando a sostegno della popolazione colpita dalla guerra in Ucraina figurano la fornitura di aiuti e il sostegno allo sminamento umanitario. © DFAE/FSD

Il sostegno alla popolazione colpita dalla guerra di aggressione russa mira a rispondere alle esigenze più pressanti. La Svizzera si avvale della sua esperienza e della sua lunga presenza in Ucraina: fin dagli anni ’90, infatti, promuove gli sforzi di riforma del Paese adoperandosi principalmente per migliorare il tenore di vita della popolazione, rendere più efficienti i servizi pubblici e promuovere una crescita economica sostenibile.

Da Kyiv (Kiev) a Kharkiv, passando per Sumy e Leopoli, una mappa interattiva mostra il sostegno della Confederazione alle persone colpite dalla guerra in Ucraina. Cliccate sull’immagine qui sopra per maggiori informazioni sui progetti.

Attualmente quasi la metà della popolazione ucraina dipende dagli aiuti umanitari. Di conseguenza, l’impegno della Svizzera ha avuto una forte componente umanitaria, sempre in linea, comunque, con le priorità tematiche del precedente programma di cooperazione a lungo termine. I progetti sono complementari e si concentrano sul raggiungimento di risultati comuni ed efficaci.

Cooperazione internazionale

La Svizzera sostiene gli sforzi di riforma dell’Ucraina fin dagli anni ’90, adoperandosi principalmente per migliorare il tenore di vita della popolazione, rendere più efficienti i servizi pubblici e promuovere una crescita economica sostenibile.

Prima reazione: intensificazione e adeguamento del sostegno

Attualmente quasi la metà della popolazione ucraina dipende dagli aiuti umanitari. In una prima fase, l’attenzione si era concentrata sulla valutazione dei bisogni e sulla fornitura di beni di prima necessità. Dopo il 24 febbraio 2022, l’impegno della Svizzera ha quindi assunto una forte componente umanitaria, sempre in linea, comunque, con le priorità tematiche del precedente programma di cooperazione, che erano, nello specifico:

  • il rafforzamento delle istituzioni democratiche;
  • il miglioramento della situazione sanitaria (miglioramento dell’assistenza sanitaria di base);
  • lo sviluppo urbano sostenibile (p. es. efficienza energetica, mobilità sostenibile);
  • il rafforzamento della competitività delle piccole e medie imprese (imprese agricole, accesso ai servizi finanziari).

Questo impegno a lungo termine sarà portato avanti con i necessari adeguamenti.

  • Nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, per esempio, è stato adattato un progetto per la riabilitazione dai traumi legati alla guerra e per la promozione della salute psichica.
  • Dal 2015 la Svizzera è impegnata anche nella digitalizzazione e nel decentramento. Il progetto E-Governance for Accountability and Participation (EGAP) offre importanti servizi amministrativi in formato digitale, aumentando così la trasparenza del Governo anche durante il conflitto, promuovendo la partecipazione della popolazione ai processi decisionali e riducendo la corruzione.
  • La Svizzera promuove inoltre l’accesso equo all’istruzione e il rafforzamento del buongoverno locale. Dal 2022, questo progetto include anche la costruzione di rifugi nelle scuole e la distribuzione di materiale di soccorso agli sfollati interni nelle scuole.

Sono stati inoltre adeguati i progetti di sviluppo urbano e di mobilità per tenere conto della popolazione sfollata e delle nuove condizioni socioeconomiche (p. es. accesso senza barriere ai servizi e ai trasporti).

Programma nazionale 2025–2028

Per garantire che la Svizzera possa continuare a svolgere un ruolo di primo piano, il Consiglio federale ha deciso di sostenere l’Ucraina e la regione con 5 miliardi di franchi nel periodo 2025–2036.

Per la prima fase, che si conclude nel 2028, si prevede di stanziare 1,5 miliardi di franchi. Il 12 febbraio 2025 il Consiglio federale ha adottato il relativo un programma nazionale per l’Ucraina, che si concentra su tre aree tematiche:

  • ripresa economica;
  • servizi pubblici;
  • protezione della popolazione civile e pace.

Il settore privato svizzero, con le sue competenze e conoscenze specialistiche, ma anche con i suoi prodotti innovativi e di alta qualità, svolgerà un ruolo centrale nell’attuazione di questo programma e nel processo di ricostruzione in Ucraina.

Il programma nazionale è finalizzato a garantire l’attuazione dell’aiuto all’Ucraina da un’unica fonte. Uno specifico gruppo di progetto, guidato dal delegato del Consiglio federale per l’Ucraina Jacques Gerber, si avvarrà dei processi esistenti e delle conoscenze acquisite nell’Amministrazione federale.

Programma nazionale per l’Ucraina 2025-2028 (PDF, 24 Pagine, 1.4 MB, italiano)

Aiuto invernale

Gli attacchi mirati alle infrastrutture civili del Paese ne hanno dimezzato la produzione di energia. Di conseguenza, milioni di persone non hanno un accesso adeguato all’elettricità, al riscaldamento e all’acqua. Nel dicembre 2024 la Confederazione ha approvato un pacchetto di sostegno di 45 milioni di franchi per l’aiuto invernale. Questa misura mette a frutto l’esperienza e le reti esistenti. Negli ultimi due inverni, la Svizzera ha stanziato complessivamente 84,5 milioni di franchi per l’aiuto invernale, nel cui ambito la Confederazione ha sostenuto progetti per la riparazione urgente delle infrastrutture civili distrutte (p. es. riparazioni di emergenza nei settori dell’energia, della rete stradale e della sanità). 

Factsheet Aiuto invernale (en) (PDF, 1 Pagina, 306.1 kB, inglese)

Sostegno su posto da parte di esperte ed esperti svizzeri 

Dal febbraio 2022 la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha inviato esperte ed esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) in Ucraina e Moldova per affiancare le rappresentanze svizzere e sostenere le organizzazioni umanitarie attive sul posto (CICR, ONU, ONG).

Per esempio, in seguito alla distruzione della diga di Kakhovka, due specialisti in ingegneria e WASH (acqua, impianti sanitari e igiene) del CSA hanno contribuito a fornire soluzioni a breve e medio termine per attenuare le conseguenze della distruzione della diga.  Dal febbraio 2022 il CSA è riuscito ad aiutare due milioni di persone nel settore WASH e prevede di estendere l’assistenza ad altri due milioni entro il 2027.

Con il significativo aumento del sostegno svizzero all’Ucraina è stato incrementato anche il personale dell’Ambasciata svizzera addetto alla cooperazione allo sviluppo e alla promozione della pace. Grazie alla forte presenza dell’Ambasciata di Svizzera a Kiev, è possibile garantire e monitorare la qualità e l’efficacia dei progetti svizzeri in Ucraina.Aiuto finanziario e sostegno multilaterale

Aiuto finanziario e sostegno multilaterale

Per quanto riguarda l’aiuto finanziario, la Confederazione si avvale di strumenti di organizzazioni internazionali, come la Banca Mondiale o la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), che hanno creato fondi per raccogliere i contributi stanziati da vari Paesi a favore dell’Ucraina.

Attraverso l’Ukraine Relief, Recovery, Reconstruction and Reform Trust Fund (URTF) la Confederazione contribuisce con 54 milioni di franchi alle riparazioni urgenti delle infrastrutture energetiche distrutte. Sostiene inoltre con 18 milioni di franchi l’Ukraine Energy Support Fund, gestito dal Segretariato dell’organizzazione Energy Community, allo scopo di fornire, per esempio, le attrezzature necessarie a riparare le infrastrutture energetiche ucraine (quando possibile con partner svizzeri).

La Confederazione ha sostenuto poi con un contributo di 3 milioni di franchi l’iniziativa «Rapid Damage and Needs Assessment» della Banca Mondiale, nata per indagare sui danni causati dalla guerra, valutarne l’entità e definire gli interventi prioritari.

La Confederazione sostiene il fondo «Eastern Europe Energy Efficiency and Environment Partnership» della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) con oltre 20 milioni di franchi. Il fondo mira a concedere sovvenzioni per l’ammodernamento e il ripristino delle infrastrutture municipali in Ucraina, con particolare attenzione all’efficienza energetica.

La Confederazione sostiene due fondi della BERS: lo Small Business Impact Fund, grazie al quale viene sostenuto il settore privato in Ucraina, permette di migliorare le condizioni quadro per le PMI fornendo consulenza, rafforzando le catene di approvvigionamento, facilitando l’accesso ai finanziamenti o creando parchi industriali. La Svizzera contribuisce con 11,5 milioni di franchi a questo fondo. Il secondo è il conto multidonatori della BERS, che promuove le riforme attraverso un impegno politico globale e il potenziamento delle capacità. La SECO vi contribuisce con 7,25 milioni di franchi.

Inoltre, la BERS ha istituito uno strumento per rivitalizzare il mercato delle assicurazioni contro i rischi di guerra in Ucraina. Questa struttura crea un meccanismo assicurativo contro i rischi di guerra per contrastare il ritiro delle compagnie internazionali di riassicurazione dal mercato ucraino cominciato all’inizio dell’invasione russa. La Svizzera sta gettando le basi per partecipare a questo strumento.

Tramite la Società finanziaria internazionale (SFI), la Confederazione ha sostenuto con 9,5 milioni di franchi uno strumento di finanziamento misto mediante il quale vengono concessi crediti a contadini e aziende agricole. Grazie al Fondo d’investimento svizzero per i mercati emergenti (Swiss Investment Fund for Emerging Markets, SIFEM), la Confederazione partecipa finanziariamente all’Horizon Capital Growth Fund, che promuove startup nei settori dell’informatica e delle esportazioni e attraverso cui le imprese agricole continuano ad avere accesso a crediti.

In Ucraina, la SECO sostiene anche progetti a livello comunale. Per esempio, attraverso il Fondo per lo sviluppo delle capacità dell’Ucraina (Ukraine Capacity Development Fund) del FMI, a cui la Svizzera contribuisce con 7,5 milioni di franchi, sostiene il programma di riforme economiche del Governo ucraino con l’obiettivo di mantenere la stabilità economica e finanziaria del Paese.

Oltre ai progetti di cooperazione concreti, assume un ruolo importante anche la gestione degli strumenti multilaterali. In questo contesto, la Svizzera rappresenta l’Ucraina nel Consiglio esecutivo della BERS. Il Consiglio federale ha deciso che la Svizzera contribuirà con 96,11 milioni di franchi all’aumento di capitale della BERS per l’Ucraina, e questi fondi aggiuntivi saranno utilizzati per riformare l’ambiente imprenditoriale e realizzare investimenti nel settore climatico in collaborazione con il settore privato nell’ambito del programma di ricostruzione. La Svizzera contribuisce inoltre con 6,4 milioni di euro al finanziamento delle quote dell’Ucraina nell’aumento di capitale.

Panoramica finanziaria

Dal febbraio 2022 la Confederazione ha stanziato oltre 630,17 milioni di franchi per sostenere misure di cooperazione internazionale in Ucraina e nei Paesi confinanti. Tra queste, per esempio, la fornitura di beni di prima necessità, l’aiuto ai sistemi medico-sanitari, il decentramento e la digitalizzazione, la formazione professionale e le PMI, come pure il rafforzamento del settore agricolo. La collaborazione con gli attori locali nel contesto ucraino è fondamentale perché in Ucraina sono presenti forze operative importanti e qualificate. Gli attori locali dispongono di contatti e know-how, possono permettere una risposta immediata e flessibile e consentono anche agli aiuti umanitari di accedere agli ultimi chilometri nelle regioni del fronte, solitamente inaccessibili alla maggior parte degli attori internazionali per motivi di sicurezza.

Ucraina (Cooperazione internazionale)
Ucraina (SECO) (de, fr, en)
Newsticker Ucraina

Sminamento umanitario

L’Ucraina è diventata uno dei Paesi più minati del mondo. Si stima che oltre un terzo del suo territorio – vale a dire 139 000 km2, una superficie che corrisponde a circa tre volte e mezzo il territorio della Svizzera – sia contaminato da mine e altri ordigni bellici.

Il 17 e il 18 ottobre 2024 la Svizzera ha organizzato a Losanna, insieme all’Ucraina, la Ukraine Mine Action Conference UMAC2024, al termine della quale la maggioranza dei Paesi presenti ha adottato il «Lausanne Call for Action», che invoca misure concrete nel campo dello sminamento umanitario, in Ucraina e nel mondo.

Nel settembre 2023, il Consiglio federale ha approvato un pacchetto di 100 milioni di franchi per un periodo di quattro anni destinati esclusivamente all’azione antimine in Ucraina, con l’obiettivo di sminarne le zone civili e agricole e consentire la ricostruzione del Paese. L’importo viene messo a disposizione in parti uguali dal DFAE e dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). La Svizzera ha già collaborato a operazioni di sminamento umanitario in Ucraina. Nel 2022 e nel 2023 è stato stanziato attraverso il DFAE un importo totale di 15,2 milioni CHF, destinato, in particolare, a sostenere le attività del Centro internazionale di Ginevra per lo sminamento umanitario (GICHD) e della Fondation suisse de déminage (FSD). Il 9 ottobre 2024 il Consiglio federale ha deciso di stanziare ulteriori 30 milioni di franchi per le attività della Fondazione svizzera per lo sminamento (Fondation suisse de déminage, FSD) nelle regioni di Kharkiv e Kherson fino al 2027. Già nel settembre 2023 il DDPS aveva consegnato all’organizzazione di protezione civile ucraina un dispositivo di sminamento della Fondazione Digger, che ha sede nel Giura. Nell’ottobre 2024 il DFAE ha inoltre avviato una collaborazione con l’organizzazione non governativa (ONG) Mines Advisory Group (MAG) e la stessa Fondazione Digger, che mette a disposizione di una squadra di sminatori e sminatrici ucraini della MAG un’apposita macchina scavatrice. Nell’aprile 2024 la Confederazione ha approvato un contributo al Programma alimentare mondiale (PAM) e all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) per rendere sicuri i campi e fornire un sostegno finanziario alle aziende agricole affinché possano riprendere rapidamente l’attività agricola. Dall’aprile 2024 la Svizzera sostiene anche l’ONG Humanity&Inclusion per garantire l’assistenza di base alle vittime delle mine in Ucraina. Nell’ottobre 2024 la Confederazione ha stipulato un contratto con l’azienda svizzera Global Clearance Solutions (GCS) per la fornitura di tre sistemi di sminamento al servizio civile ucraino per l’aiuto in caso di catastrofe (State Emergency Service of Ukraine, SESU).

Pace, diritti umani e diritto internazionale umanitario

La giustizia è un presupposto fondamentale per ristabilire una pace duratura in Ucraina. Ecco perché la Confederazione sostiene meccanismi e processi volti a perseguire penalmente i crimini internazionali, come i crimini di guerra o il crimine di aggressione. Insieme ad altri 42 Paesi ha per esempio deferito la situazione dell’Ucraina alla Corte penale internazionale e ne ha sostenuto le indagini, su richiesta della Corte, mettendo a disposizione specialisti forensi per un invio di durata limitata affinché il procuratore capo potesse avviare immediatamente le indagini. La Svizzera si sta inoltre adoperando per la creazione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina.

Vista l’entità delle violazioni legate all’aggressione militare perpetrata dalla Russia, non sarà tuttavia possibile perseguire penalmente ogni singolo caso. Pertanto la Svizzera assiste l’Ucraina nell’ampliamento della responsabilizzazione penale mediante altri meccanismi e attività. In tale ottica supporta per esempio le organizzazioni non governative ucraine, l’OSCE e l’ONU nel lavoro di documentazione delle violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Queste prove potranno essere utilizzate in eventuali processi successivi di accertamento della verità.

La Confederazione sostiene inoltre le autorità ucraine nella ricerca e nell’identificazione delle persone scomparse. Non sapere cosa sia successo a un membro della famiglia non è solo un enorme peso per i parenti, ma ostacola anche gli sforzi per promuovere la pace e la coesione sociale.

Infine, appoggia gli sforzi ucraini volti a garantire misure di riparazione complete per le vittime della guerra. È membro del registro internazionale dei danni del Consiglio d’Europa e finanzia le consultazioni tra le autorità ucraine e la popolazione colpita per garantire che le esigenze di quest’ultima siano prese in considerazione nei futuri meccanismi di riparazione e nelle misure.

Il 15 e il 16 giugno 2024 la Svizzera ha ospitato una conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina sul Bürgenstock, nel Cantone di Nidvaldo, il cui obiettivo principale era stimolare un futuro processo di pace. Alla conferenza hanno partecipato 100 delegazioni, tra cui 55 capi di Stato e di Governo provenienti da tutte le regioni del mondo. Al termine della conferenza, la grande maggioranza degli Stati partecipanti, in un comunicato congiunto («joint communiqué»), ha trovato un accordo su posizioni formulate congiuntamente e sugli ulteriori passi in vista di un futuro processo di pace. Il comunicato congiunto della conferenza sul Bürgenstock è stato finora sostenuto da 95 Paesi e organizzazioni internazionali.

Dossier Conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina

Processo di ricostruzione

All’inizio di luglio 2022 l’allora presidente della Confederazione Ignazio Cassis, insieme al primo ministro ucraino Denys Shmyhal, ha riunito per la prima volta tutti i partner importanti (UE, organizzazioni internazionali) allo scopo di avviare il processo politico di ricostruzione dell’Ucraina. In occasione di questa «Ukraine Recovery Conference» è stata presentata la Dichiarazione di Lugano, che ne costituisce il quadro di riferimento, prevede in particolare che sia l’Ucraina a guidare il processo e che le riforme debbano proseguire in parallelo. Contiene inoltre i principi di Lugano, intesi come parametri comuni per il futuro. Alla conferenza di Lugano hanno partecipato le delegazioni di 59 Stati e organizzazioni. 

Nel 2023 la Ukraine Recovery Conference si è tenuta a Londra e nel 2024 a Berlino. Nel 2025 sarà invece ospitata a Roma.

Sostegno ai Principi di Lugano
Dossier URC2022

Buoni uffici

All’inizio della guerra la Svizzera ha offerto i suoi buoni uffici alle due parti belligeranti. Su richiesta dell’Ucraina ha negoziato con quest’ultima un accordo sulla rappresentanza degli interessi ucraini in Russia (mandato in qualità di potenza protettrice). Tuttavia, dato che la Russia ha pubblicamente rifiutato questo mandato, non è stato possibile attivarlo. 

Buoni uffici

Organizzazioni internazionali

Dall’inizio dell’aggressione militare russa, la situazione in Ucraina è stata tematizzata a più riprese anche da diverse organizzazioni. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU si è occupato spesso dell’Ucraina.

Nei suoi interventi di fronte all’Assemblea generale dell’ONU e, dal 2023 al 2024, in qualità di membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU, la Svizzera ha condannato fermamente l’aggressione militare contro l’Ucraina e ha chiesto nuovamente il rispetto del diritto internazionale e la protezione della popolazione civile.

Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra, ha istituito, anche con l’appoggio svizzero, una commissione d’inchiesta incaricata di raccogliere informazioni sulle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in relazione all’aggressione militare russa.

Il nostro Paese prende sempre posizione anche nei dibattiti sulla situazione in Ucraina in seno al Consiglio d’Europa e all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). 

Newsticker Consiglio di sicurezza dell’ONU

OSCE

«A medio termine è molto importante che tutti si siedano allo stesso tavolo»

Consiglio d’Europa

«Lo shock è stato grande, ma non ha affatto indebolito il Consiglio d’Europa»

Ricerca e tutela del patrimonio culturale

Tramite il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica è stato concesso un credito di solidarietà pari a 9 milioni di franchi a favore delle ricercatrici e dei ricercatori ucraini nel nostro Paese.

La Confederazione si è impegnata per la tutela del ricco patrimonio culturale ucraino sostenendo finanziariamente i progetti di attori della società civile e organizzazioni internazionali come l’UNESCO e l’OSCE. Per prevenire la distruzione o la rimozione illecita di beni culturali ucraini, sono stati per esempio stanziati fondi per rafforzare i controlli alle frontiere e per creare una piattaforma online per lo scambio semplificato di informazioni tra Paesi.

A oltre 150 musei di varie regioni ucraine sono stati inviati materiali di imballaggio e di protezione non più reperibili sul posto, per proteggerne le collezioni. Ha inoltre sostenuto progetti di ricerca volti a preservare il patrimonio archeologico culturale ucraino in pericolo. Diversi pezzi unici della collezione del Museo nazionale d’arte e della Galleria Rodovid di Kiev sono inoltre stati portati in Svizzera per essere custoditi e presentati al pubblico. Grazie al sostegno finanziario della Confederazione è stato possibile creare una collezione di libri in ucraino nelle biblioteche pubbliche della Svizzera.

Guerra in Ucraina: misure per ricercatrici e ricercatori (Fondo nazionale svizzero, de, fr, en)

Sanzioni

Il 28 febbraio 2022 il Consiglio federale ha deciso di adottare le sanzioni dell’UE nei confronti della Russia, aumentandone l’efficacia. La Svizzera ha aderito in breve tempo anche ai seguenti pacchetti di sanzioni dell’UE.

Le sanzioni comprendono per esempio misure mirate contro più di 1818 persone e 507 organizzazioni (congelamento di valori patrimoniali e divieti d’ingresso), numerose misure finanziarie, il divieto di commercio di alcuni beni e il divieto di fornire determinati servizi al Governo russo o a società russe. Inoltre, la Svizzera partecipa alla definizione dei limiti massimi di prezzo del greggio e dei prodotti petroliferi provenienti dalla Russia («oil price cap»), assicurandosi tuttavia che nelle sanzioni si prevedano deroghe per non ostacolare le attività umanitarie.

L’adozione delle sanzioni imposte dall’UE non influisce sulla neutralità della Svizzera. Il nostro Paese continua ad attenersi in modo rigoroso agli obblighi fissati dal diritto della neutralità e non appoggia militarmente nessuna delle parti in conflitto. Il Consiglio federale ha sfruttato il margine di manovra concessogli dalla politica di neutralità: decidendo di adottare le sanzioni imposte dall’UE alla Russia si è basato sul fatto che l’aggressione militare russa contro l’Ucraina costituisce una grave violazione delle norme basilari del diritto internazionale.

L’attuazione efficace e completa delle sanzioni adottate rappresenta una priorità per il Consiglio federale. In quest’ambito, la cooperazione sul piano tecnico tra la Svizzera e i suoi partner internazionali funziona perfettamente. Le esperte e gli esperti responsabili si consultano quotidianamente con le autorità competenti in materia di sanzioni dei vari Paesi. Tale scambio di informazioni avviene ai sensi della legge sugli embarghi e viene messo attivamente in pratica dalle autorità svizzere. La Svizzera è determinata a portare avanti in maniera costruttiva l’ottima cooperazione con i suoi Paesi partner, orientandola a valori e obiettivi comuni e intensificandola ove necessario.

Provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina (SECO)
Domande e risposte sulla neutralità della Svizzera

Migrazione

Nel marzo 2022 il Consiglio federale ha deciso di attivare per la prima volta lo statuto di protezione S per le persone in fuga dall’Ucraina, che assicura loro un diritto di soggiorno senza dover avviare la procedura d’asilo ordinaria. Nel settembre 2024 il Consiglio federale ha deciso di prorogare la misura fino a marzo 2026, sempre che la situazione non si stabilizzi prima. Dallo scoppio della guerra alla fine di aprile 2024, la Svizzera ha concesso lo statuto di protezione S a più di 113 000 persone provenienti dall’Ucraina. Per oltre 67 000 di queste tale statuto era ancora attivo alla fine del mese di dicembre 2024.

Nell’ambito della piattaforma di supporto alla Moldova (Solidarity-Platform Moldova) la Svizzera si è inoltre dichiarata disposta ad accogliere un contingente di 500 cittadine e cittadini ucraini in cerca di protezione che si trovano in Moldova. Alla fine di dicembre 2024 erano 277 le persone ammesse in Svizzera nell’ambito di questa piattaforma. La Svizzera ha anche accolto civili gravemente malati provenienti dall’Ucraina per prestare loro assistenza sanitaria e altri gruppi particolarmente vulnerabili, come orfani o minori in affidamento.

L’accoglienza e l’assistenza di cittadine e cittadini ucraini in cerca di protezione, così come l’elevato numero di richiedenti l’asilo, mettono sotto pressione il sistema di asilo, in particolare quello dei Cantoni e dei Comuni, che sono tenuti a fornire alloggi a lungo termine alle persone in cerca di protezione.

Per facilitare l’integrazione nel mercato del lavoro delle persone titolari dello statuto di protezione S, è stata concessa loro l’autorizzazione a esercitare un’attività lucrativa dipendente o indipendente. Tuttavia, per poter lavorare è necessaria un’autorizzazione dell’autorità cantonale competente. Inoltre, nell’aprile 2022 il Consiglio federale ha deciso ulteriori misure di integrazione nei loro confronti, in particolare per agevolare l’apprendimento di una lingua ufficiale e la partecipazione al mercato del lavoro. Nel novembre 2023 ha inoltre stabilito che il tasso di occupazione delle persone con statuto di protezione S dovrà raggiungere il 40 per cento entro la fine del 2024. L’ 8 maggio 2024 è stato lanciato un pacchetto di misure nazionali per promuovere l’integrazione nel mercato del lavoro delle persone con lo statuto di protezione S. La Confederazione, i Cantoni, le parti sociali e le organizzazioni degli interessati devono intensificare la loro collaborazione per integrare nel mercato del lavoro un numero ancora maggiore di persone con lo statuto di protezione S. Il 20 settembre 2024 il Consiglio federale ha adottato un pacchetto di leggi e altre misure per promuovere ulteriormente l’integrazione professionale delle persone in cerca di protezione. L’obbligo di autorizzazione per l’avvio di un’attività lavorativa, per esempio, è stato convertito in un semplice obbligo di notificazione, e inoltre alle persone con lo statuto di protezione S che esercitano un’attività lucrativa è concesso un termine di partenza di 12 mesi dal momento della revoca dello statuto di protezione.

Informazioni per i profughi provenienti dall’Ucraina (SEM)

A complemento dell’impegno del DFAE/della DSC e della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) in Ucraina, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) sostiene attualmente vari progetti di organizzazioni internazionali e ONG nei Paesi confinanti con l’Ucraina nell’ambito del Rapid Response Fund del secondo contributo svizzero. Dal 2022 sono stati sostenuti 16 progetti per un importo totale di circa 21 milioni di franchi, e 8 sono in corso di attuazione. I progetti riguardano i settori dell’integrazione, delle infrastrutture e del processo di asilo.

La SEM sostiene inoltre i rifugiati ucraini in Moldova, Paese non appartenente all’UE. Qui, nel periodo 2023–2025, la Confederazione sta contribuendo con 1,6 milioni di franchi a un progetto gestito dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) che punta a far applicare il locale statuto di protezione temporanea e a integrare i richiedenti l’asilo ucraini nel mercato del lavoro moldavo.

Sostegno finanziario della Confederazione dal 24 febbraio 2022

Al 31 dicembre 2024 la Confederazione aveva versato in totale, dall’inizio del conflitto, 4,37 miliardi di franchi a sostegno della popolazione colpita dalla guerra di aggressione russa, sia in Svizzera che all’estero.

Circa 630,17 milioni di franchi di questo importo provengono dalle tre unità responsabili della cooperazione internazionale (DSC, SECO e DPDU) per l’aiuto umanitario e le misure di cooperazione economica e allo sviluppo: tra queste, per esempio, la fornitura di beni di prima necessità, l’aiuto ai sistemi medico-sanitari, il decentramento e la digitalizzazione, la formazione professionale e le PMI, come pure il rafforzamento del settore agricolo. Alcuni progetti e fondi multilaterali sono stati istituiti a livello transfrontaliero. Per esempio, oltre 50 milioni di franchi della spesa della CI sono andati a beneficio delle popolazioni colpite dalla guerra nei Paesi della regione, in particolare in Moldova.

Circa 43 milioni di franchi provenivano dal DDPS ed erano costituiti principalmente da donazioni di materiale, che è stato consegnato all’Ucraina. Questo include, per esempio, veicoli per il servizio antincendio, attrezzature medico-sanitarie o abbigliamento invernale.

3,7 miliardi di franchi provenivano invece dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) per l’accoglienza e il sostegno di persone a beneficio dello statuto di protezione S in Svizzera, e includono, per esempio, il sostegno della Confederazione ai Cantoni per l’assistenza sociale, i costi amministrativi o vari programmi cantonali di sostegno. Una piccola parte dell’impegno della SEM consiste anche nel promuovere progetti a favore di rifugiati ucraini nei Paesi confinanti.

Anche altri uffici federali hanno partecipato al sostegno della popolazione colpita con circa 35 milioni di franchi, volti per esempio a proteggere i beni culturali, a sostenere ricercatori e ricercatrici ucraini in Svizzera o a organizzare l’Ukraine Recovery Conference a Lugano. 

L'impegno della Svizzera prima del 2022

La Svizzera e l’Ucraina intrattengono buone e diversificate relazioni diplomatiche dalla proclamazione dell’indipendenza di quest’ultima nel 1991. La Confederazione può quindi contare su un’importante rete di contatti e partner per il sostegno all’Ucraina.

Cooperazione internazionale

Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia e lo scoppio del conflitto armato del 2014 nell’Ucraina orientale, nel 2015 la Svizzera ha rafforzato il proprio impegno in Ucraina. Il budget per la cooperazione internazionale è stato quasi raddoppiato per la strategia di cooperazione 2015–2018 e da allora è stato ulteriormente ampliato. Inoltre, l’impegno della DSC e della SECO è stato rafforzato dalla Divisione Pace e diritti umani (DPDU; in precedenza Divisione Sicurezza umana) e dall’Aiuto umanitario della Confederazione. Nel 2015 diversi convogli provenienti dalla Svizzera hanno raggiunto le aree separatiste dell’Ucraina orientale, dove hanno consegnato alla popolazione prodotti chimici per il trattamento dell’acqua potabile e farmaci. La Svizzera è stata il primo Paese terzo a fornire aiuti di questa portata su entrambi i lati della cosiddetta linea di contatto. Dal 2014 al 2021 la Svizzera ha fornito all’Ucraina una cooperazione internazionale bilaterale per un totale di 250 milioni di franchi, di cui 41,5 milioni in aiuti umanitari.

Ucraina (Cooperazione internazionale)

Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)

Nel 2014 la Svizzera ha assunto la presidenza dell’OSCE. In questa veste, ha svolto un ruolo chiave negli sforzi internazionali per l’allentamento delle tensioni in Ucraina.  A seguito dell’annessione della Crimea da parte della Russia, sfociata in un conflitto aperto in Ucraina orientale, il 21 marzo 2014 il Consiglio permanente dell’OSCE ha deciso di inviare in Ucraina una missione speciale di osservazione. Da quel momento in poi, la missione ha riferito regolarmente sulla situazione della sicurezza e su altre questioni, fornendo anche un supporto per la mediazione. La Svizzera ha messo a disposizione per diversi anni il vice-capo missione, Alexander Hug (2014–2018). In risposta al conflitto nell’Ucraina orientale, l’OSCE ha istituito il gruppo di contatto trilaterale (Trilateral Contact Group, TCG) e, durante i negoziati ad alto livello a Minsk, ha definito gli accordi come base per l’ulteriore processo negoziale insieme ai capi di Stato e di Governo del cosiddetto «Formato Normandia» (Francia, Germania, Ucraina e Russia). L’inviata speciale per l’Ucraina e il gruppo di contatto trilaterale nominato dalla presidenza della Svizzera, la diplomatica Heidi Tagliavini, era presente in loco. Nel contesto dei negoziati del gruppo di contatto trilaterale, la Svizzera ha assunto diversi ruoli chiave: oltre a Heidi Tagliavini, ha messo a disposizione altro personale, come Heidi Grau in qualità di inviata speciale (2020–2021) e Toni Frisch come coordinatore del gruppo di lavoro umanitario del gruppo di contatto trilaterale (2015–2021) nonché numerosi consulenti. 

Ultima modifica 13.02.2025

  • I Principi di Lugano hanno ricevuto grande riscontro alla Ukraine Recovery Conference 2022. Da quel momento, il sostegno al processo di ricostruzione continua a crescere.

  • Il 17-18 ottobre 2024 la Svizzera ha organizzato a Losanna, insieme all’Ucraina, la Ukraine Mine Action Conference UMAC2024. Informazioni sull’evento e sulla Road to Lausanne.

Contatto

Kommunikation EDA

Bundeshaus West
3003 Bern

Telefon (nur für Journalisten):
+41 58 460 55 55

Telefon (für alle anderen Anfragen):
+41 58 462 31 53

Inizio pagina