Donne, pace e sicurezza

La Svizzera si impegna affinché le donne possano svolgere un ruolo attivo nella prevenzione dei conflitti, nei processi di pace e nella fase di ricostruzione e di riconciliazione che segue la fine di un conflitto. Ribadisce inoltre che è necessario anche rafforzare la loro protezione, in particolare contro la violenza a carattere sessuale. Per dare maggiore forza e concretezza a queste posizioni, la Svizzera ha elaborato un piano d’azione nazionale.

Foto di gruppo con donne e uomini a braccia incrociate: un simbolo della lotta contro la violenza sessuale.
Foto di gruppo in occasione del workshop sulla violenza sessuale in contesti colpiti da conflitti. Le braccia incrociate sono un simbolo della lotta alla violenza sessuale. (Stop Rape). © IPSTC Nairobi

Risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite «Donne, pace e sicurezza»

La risoluzione 1325 «Donne, pace e sicurezza» del Consiglio di sicurezza dell’ONU e le risoluzioni successive ad essa esigono dagli Stati l’elaborazione di un piano d’azione nazionale per l’attuazione della risoluzione ONU. Il piano d’azione della Svizzera per gli anni 2018-2024, il quarto in ordine di tempo, fissa cinque priorità tematiche:

  1. coinvolgimento più efficace delle donne nella prevenzione dei conflitti
  2. partecipazione delle donne e impatto del loro coinvolgimento sulla risoluzione dei conflitti e i processi di pace
  3. protezione contro la violenza sessuale e di genere durante i conflitti, la fuga e la migrazione
  4. partecipazione delle donne a impieghi di promozione della pace e alla politica di sicurezza
  5. impegno della Svizzera sul piano multilaterale e bilaterale per la risoluzione 1325 «Donne, pace e sicurezza»

Piano d’azione nazionale per l’attuazione della risoluzione ONU 1325

Sono stati pubblicati due rapporti per illustrare e valutare come il quarto Piano d'azione nazionale svizzero «Donne, pace e sicurezza» attua la risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il più recente copre la durata del piano d’azione 2018-2022 e si basa su una Peer Review con la Germania. Il primo rapporto copre invece il periodo di attuazione tra ottobre 2018 e la fine del 2019.

Rapporto sulla Peer Review del quarto Piano d'azione nazionale della Svizzera su donne, pace e sicurezza (PAN 1325) (PDF, 24 Pagine, 675.4 kB, inglese)

Rapporto sull’attuazione del quarto Piano d'azione nazionale della Svizzera su donne, pace e sicurezza (PAN 1325). Fase di attuazione 2018-2019. (PDF, 20 Pagine, 319.0 kB, inglese)

Le misure e lo stato di attuazione vengono verificati annualmente. I risultati sono sintetizzati anche nel rapporto del segretario generale dell’ONU.

 

L’impegno del DFAE

Il DFAE sostiene progetti e organizzazioni che nel loro lavoro sul campo nella cooperazione internazionale e in favore della pace e della sicurezza tengono conto della risoluzione 1325.

 

Esempio: la crisi in Mali

Dal 2015, la Svizzera sostiene il progetto «Cercles de la paix» (circoli della pace) lanciato in Mali dall’organizzazione Women in Law and Development in Africa (WILDAF). Lo scopo è incoraggiare le donne e permettere loro di partecipare attivamente al processo di pace e di riconciliazione avviato dopo anni di conflitto armato. 

Il progetto ha portato alla creazione dei cosiddetti circoli della pace, all’interno dei quali donne provenienti da tutte le regioni del Paese possono discutere del futuro del Mali indipendentemente dalla loro posizione sociale, dalla provenienza e dall’appartenenza politica o religiosa. Alle donne partecipanti viene anche proposta una formazione in mediazione e riconciliazione che si conclude con il rilascio di un certificato riconosciuto. 

Nel frattempo si impegnano per far conoscere e comprendere l’accordo di pace in tutto il Paese, recandosi ad esempio nelle singole regioni per spiegarne il contenuto durante riunioni organizzate a livello comunale. In questi incontri utilizzano una versione semplificata del trattato di pace tradotta in diverse lingue nazionali e ne discutono con le comunità locali. Così facendo possono applicare le conoscenze acquisite e contribuire attivamente alla riconciliazione nazionale e alla coesione sociale.

La risoluzione ONU 1325 «Donne, pace e sicurezza»

La risoluzione 1325 chiede, in maniera giuridicamente vincolante, che le donne siano coinvolte in modo adeguato e paritario, a tutti i livelli, nella prevenzione dei conflitti, nei processi di pace e nella politica di sicurezza oltre che nella ricostruzione delle strutture statali. L’ONU e gli Stati membri sono inoltre tenuti a proteggere le donne durante e dopo i conflitti, in particolare dalla violenza sessualizzata e basata sul genere, e a prendere misure di prevenzione.

Devono dunque:

  • incentivare la partecipazione delle donne alla promozione della pace

  • tutelare i diritti delle donne e delle ragazze durante e dopo i conflitti e contrastare la violenza di genere

  • tenere maggiormente conto della prospettiva di genere durante gli interventi umanitari, nelle fasi di ricostruzione durante e dopo i conflitti violenti, nella prevenzione di questi ultimi, nonché nell’elaborazione del passato

Contemporaneamente, gli Stati membri dell’ONU devono prendere in considerazione, nella prevenzione civile delle crisi e negli interventi di ripristino delle strutture statali, le differenti condizioni di vita di donne e uomini durante e dopo una guerra. Così, alla fine di ottobre del 2000, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha riconosciuto per la prima volta che donne e uomini hanno una diversa esperienza della guerra. 

Risoluzione ONU 1325 del 31 ottobre 2000 (en)


Ultima modifica 25.07.2023

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