La banana è oggi il frutto più venduto del mondo.
La banana è oggi il frutto più venduto del mondo.

La banana

Gialla al punto giusto

Affinché le banane che troviamo sugli scaffali dei supermercati siano belle gialle, e non di colore marroncino e tutte ammaccate, ci vuole il diritto internazionale. Un buon esempio è il Codex Alimentarius, un insieme di norme internazionali per la protezione dei consumatori che dal 1962 definisce standard di qualità per i prodotti alimentari, tra cui le banane. Per le banane il Codex fissa tra l’altro il grado di maturità e lo stato delle banane richiesti al momento della raccolta perché non si rovinino durante il trasporto e affinché siano mature quando vengono messe in vendita. Determina anche il limite massimo di residui di pesticidi ammesso.

Le norme del Codex sono il decalogo di riferimento per gli Stati nell’elaborazione delle legislazioni nazionali in materia di derrate alimentari. L’uniformità degli standard facilita il commercio transfrontaliero: l’industria agroalimentare svizzera ne trae beneficio sul piano dell’accesso al mercato internazionale.

Un tempo considerata una prelibatezza rara, la banana è oggi il frutto più venduto del mondo. Il mercato delle banane è regolamentato dalle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio e dagli accordi sugli scambi commerciali e agricoli conclusi tra gli Stati che facilitano il trasporto e l’attraversamento delle frontiere delle partite di banane, dai luoghi di produzione fino alle nostre tavole. Circa la metà del volume di banane importato in Svizzera porta il marchio commercio equo solidale.

www.codexalimentarius.org (en)

I medicamenti

Mandar giù la pillola

Quando si parla di farmaci, entra subito in gioco il diritto. Il commercio dei medicamenti è un ambito particolarmente regolamentato. Per proteggere la salute dei consumatori il diritto internazionale interviene garantendo un accesso più rapido e più sicuro a determinati farmaci. Grazie agli accordi bilaterali di riconoscimento degli esami di conformità, i medicamenti testati in un Paese con cui è stato concluso un accordo possono essere commercializzati in Svizzera senza dover passare di nuovo attraverso la lunga e costosa trafila di analisi: la pillola è dunque più facile da mandare giù.

Ma attenzione: i farmaci contraffatti rappresentano una minaccia per la salute. Per lottare contro questo appetibile e pericoloso mercato è necessaria una cooperazione intensa tra gli Stati. A questo scopo, la Convenzione internazionale Medicrime (firmata dalla Svizzera nel 2011) conferisce alle autorità nazionali gli strumenti per reprimere il commercio illegale di medicamenti, esigendo dagli Stati firmatari che rendano la produzione, la diffusione e la vendita di prodotti contraffatti un reato penale.

Medicrime (en)

La cartolina

Posta che viene da lontano

Quando, nella seconda metà del XIX secolo, sono apparse le prime cartoline, si sono dovute istituire norme per gli invii postali oltre frontiera. L’Unione postale universale (UPU) è stata fondata a Berna nel 1874. Con l’adozione della Convenzione postale universale, i 192 Stati membri dell’UPU hanno creato un’area postale uniforme per la libera circolazione degli invii. Tutti gli utenti beneficiano del diritto di accedere a servizi postali di base di qualità, forniti ininterrottamente in qualsiasi punto del territorio a prezzi abbordabili.

La Convenzione e gli altri accordi conclusi nel quadro dell’Unione postale disciplinano tutta una serie di aspetti più specifici del funzionamento della posta, come il posizionamento degli indirizzi, i codici postali e l’affrancatura. È grazie a queste norme che l’indirizzo del destinatario di un invio non viene confuso con quello del mittente. Anche l’aspetto tipico delle cartoline postali è da ricondurre a questi accordi: essi stabiliscono infatti che la loro forma deve essere rettangolare e che la metà destra del retro è riservata all’affrancatura e all’indirizzo del destinatario.

L’Unione postale universale (en)

Lo smartphone

Chiamami

Avete già riflettuto sul fatto che «dove sei?» è probabilmente la frase più sentita per strada in tutte le lingue del mondo da quando abbiamo un cellulare sempre a portata di mano? Poco importa dove ci troviamo, grazie al cellulare siamo raggiungibili ovunque. E poiché siamo pressoché inseparabili dal nostro smartphone, non ci limitiamo a telefonare, ma inviamo foto, scarichiamo nuove app, ascoltiamo un podcast o navighiamo su YouTube.

Tutto ciò lo dobbiamo all’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU), che ha svolto i lavori per la realizzazione del primo sistema radiocomunicazione mobile di portata sufficiente a consentire tali servizi: la rete mobile di terza generazione (3G). Grazie agli standard tecnici internazionali sviluppati dall’ITU, oggi è possibile garantire l'interconnessione tra le diverse reti mobili di tutto il mondo. Se così non fosse, non potremmo effettuare chiamate o utilizzare il nostro cellulare all'estero.

Numerose altre tecnologie come le connessioni a Internet, le previsioni del tempo o la navigazione GPS dipendono dal lavoro dell’ITU, che ad esempio assegna ai satelliti le frequenze e le orbite necessarie per poter erogare questi servizi.

L’Unione internazionale delle telecomunicazioni

L’ora

24 ore su 24

‒ Che ore sono? ‒ Le sette e dieci. Ed ecco scandita la giornata. Ma chi ci garantisce che la nostra ora corrisponde a quella degli altri? Il secondo è l'unità di base che ci permette di quantificare il tempo. Rientra nel cosiddetto sistema internazionale di unità di misura, consacrato dalla norma ISO 80000-3, al pari del metro, il chilogrammo, l'ampere, il kelvin e la candela.

L'Ufficio internazionale dei pesi e delle misure, fondato dalla Convenzione del Metro approvata il 20 maggio 1875 a Parigi, assicura la promozione e l'adattamento del sistema internazionale di unità di misura. Gli Stati che hanno adottato la Convenzione possono quindi collaborare in qualsiasi ambito riferito alle unità di misura.

Con l'avvento della ferrovia e la necessità di introdurre orari funzionali, il bisogno di unificare l'ora si è fatto più incombente dapprima a livello nazionale e poi internazionale. Una conferenza indetta a Washington nel 1884 ha adottato il giorno di 24 ore e il meridiano di Greenwich come tempo universale.  

Oggi l'ora viene calcolata grazie ai dati raccolti dagli orologi più esatti del mondo, gli orologi atomici, grazie ai quali viene stabilita la scala del tempo coordinato universale (Coordinated Universal Time - UTC), divenuta il riferimento della maggior parte dei Paesi. Conformemente alla norma ISO 8601, i 24 fusi orari sono calcolati in base a questa scala. Di conseguenza, in Svizzera l'ora si misura così: «UTC+1». 

L'Ufficio internazionale dei pesi e delle misure 

I giocattoli

Non si gioca con la sicurezza dei bambini

Dalle fabbriche cinesi di Disney a quelle europee di Playmobil, per i giocattoli non c'è terra ferma. Ma come essere certi che un giocattolo non nasconda insidie per un bambino che scopre il mondo mettendosi tutto in bocca?

L’Organizzazione internazionale di normalizzazione (ISO) ha emanato norme ISO sulla sicurezza dei giocattoli, e precisamente sul grado di infiammabilità, sulla concentrazione di determinati elementi chimici come gli ftalati presenti nelle materie plastiche, oppure linee guida per delimitare la fascia d'età adatta a un determinato giocattolo. Tali norme non hanno carattere vincolante, ma fungono da base per gli Stati che vogliono seguirle, come ha deciso di fare la Svizzera.

L'armonizzazione degli standard permette di garantire la sicurezza dei bambini evitando di innalzare ostacoli al commercio. In Svizzera i giocattoli rientrano nel campo di applicazione di un accordo siglato con l'Unione europea, secondo il quale i requisiti in termini di sicurezza dell'UE e della Svizzera sono equipollenti. I consumatori hanno pertanto la garanzia che i giocattoli transitati all'interno di queste frontiere non presentano alcun pericolo per i bambini.

L’Organizzazione internazionale di normalizzazione (en)

La flora

La prevenzione delle erbacce

Nel 1865 la fillossera della vite, un insetto proveniente dal Nord America, è introdotto accidentalmente in Europa e distrugge gran parte del raccolto. Nasce così l'idea di lanciare un sistema di protezione internazionale per la flora. Nel 1881 cinque Paesi sottoscrivono il primo accordo che li vincola a combattere la propagazione della fillossera. Da allora, alcune specie esotiche invasive sono ritenute una delle cause dirette della perdita di biodiversità sul nostro pianeta.

La comunità internazionale ha stilato una lista di organismi assai nocivi per l'agricoltura contro i quali vanno adottate misure concrete onde evitarne la propagazione. Nel 1952 è stata adottata una Convenzione internazionale per la protezione dei vegetali, seguita nel 1992 da una Convezione sulla diversità biologica. Entrambe mirano a fornire agli Stati un quadro normativo atto a facilitare la cooperazione nella lotta agli organismi nocivi e alla loro propagazione.

Dopo la conclusione dell'Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea sul commercio di prodotti agricoli del 1999, i prodotti vegetali provenienti dall'UE devono disporre di un passaporto fitosanitario per poter essere commercializzati in Svizzera. Il documento attesta che i vegetali, in fase di produzione, sono stati sottoposti a un controllo ufficiale degli organismi nocivi, onde evitare che vengano introdotti in una nuova regione e causino seri danni alla produzione agricola e alla natura.

I libri

Il giro del mondo in 80 giorni

In Svizzera vengono pubblicati circa 10 000 nuovi libri all'anno: tra cui titoli fantasy, manuali di benessere o trattati di ornitologia. Ancora negli anni 1960 erano solo la metà, e sette volte meno oltre un secolo fa. Eppure già allora alcuni autori insorgevano per salvaguardare i loro diritti sull'opera, gettando così le basi del sistema tutt'ora in vigore: la Convenzione di Berna viene siglata nel 1886 al termine di una campagna sostenuta dallo scrittore francese Victor Hugo e dall'Associazione letteraria e artistica internazionale.

Adottata come accordo internazionale sulla protezione delle opere e dei diritti d'autore, la Convenzione di Berna raggruppa a tutt'oggi quasi tutti i Paesi del mondo (186) e viene applicata, oltre che ai libri, anche alle composizioni musicali, alle opere di pittura, scultura e alle opere cinematografiche, ai software, alle banche dati, alle illustrazioni pubblicitarie, alle carte geografiche e ai disegni tecnici.

L’obbiettivo è conferire agli autori il diritto di controllare l'utilizzazione delle loro opere e trarne benefici pecuniari a livello internazionale. La convenzione garantisce la stessa protezione sia alle opere straniere che a quelle nazionali. Stabilisce altresì che senza l'accordo scritto dell'autore nessuno può tradurre o riprodurre l'opera. Di massima, la protezione si estende vita natural durante e prosegue per cinquant'anni oltre il decesso, in Svizzera addirittura per settanta.

I documenti di viaggio

Avete i documenti?

Oggi divenuta un elemento essenziale in ogni portafoglio, la carta d’identità si separa raramente dal suo proprietario. Non è tuttavia sempre stato così. Da secoli esistono lasciapassare utilizzati per il passaggio delle frontiere, ma la necessità di disporre di un documento ufficiale di identità risale solo all’epoca della Prima Guerra Mondiale. I Paesi europei introducono il passaporto per essere in grado di distinguere i propri cittadini e di effettuare un controllo alle frontiere per ragioni di sicurezza. E l’obbligo di presentare un passaporto alla frontiera permane anche dopo la fine della guerra.

Nel 1920 si svolge a Parigi, sotto l’egida della Società delle Nazioni, la Conferenza dei passaporti, delle formalità doganali e dei biglietti diretti. Gli Stati firmatari standardizzano il formato del passaporto, adottando la forma del libretto, e il suo contenuto. Attualmente è l’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale, istituzione specializzata dell’ONU, a occuparsi della standardizzazione dei passaporti.

Sul continente europeo, dopo l’entrata in vigore dell’Accordo del 1957 sulla circolazione delle persone tra i Paesi membri del Consiglio d’Europa, è possibile spostarsi con una semplice carta d’identità svizzera. Più di recente, l’ingresso della Svizzera nello spazio Schengen (2004) permette di attraversare le frontiere europee senza neppure doverla presentare.

Fuori dal territorio europeo, vari accordi bilaterali dispensano i cittadini svizzeri dall’obbligo del visto per i loro soggiorni senza attività lucrativa della durata massima di tre mesi. Questo vale per esempio per il Cile, Hong-Kong o il Brasile. Un documento di identità in una tasca, un biglietto aereo nell’altra: è semplice ormai partire per andare alla scoperta del mondo, anche seguendo l’ispirazione del momento.

lo Swiss army knife

La lama invisibile

Un simbolo nazionale: lo Swiss army knife. Švicarski nož. มีดพับสวิส. Navaja suiza. 스위스 칼. Lo si trova ovunque – e del resto non è sempre made in Switzerland. Se l’idea di un piccolo coltello da tasca con lame ripiegabili non è propria solo del coltellino svizzero, il suo successo è anche in parte frutto del diritto internazionale.

Già nel 1897 il creatore del coltello dell’ufficiale svizzero deposita un primo brevetto. Un brevetto garantisce un monopolio temporaneo su un’invenzione tecnica che consente al suo detentore di essere il primo a commercializzarla. Esistono vari brevetti in Svizzera e all’estero per alcune parti di questo coltellino multifunzionale, ad esempio per la piastra intermedia, con cui sono fissate e articolate le lame, e per il sistema di chiusura o di alloggiamento degli utensili. La Convenzione sul brevetto europeo permette di ottenere con una sola procedura un brevetto valido in oltre 30 Paesi europei, tra cui la Svizzera, semplificando così le pratiche amministrative.

Ma se anche altri lo fabbricano, come distinguere il coltellino vero da quello falso? L’emblema dello scudo con la croce bianca è protetto dal 1909, e oggi è registrato come marchio commerciale in oltre 130 Paesi. Nessun altro fabbricante ha il diritto di utilizzarlo. L’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale gestisce un sistema di protezione intellettuale in base al quale, con un’unica richiesta, è possibile estendere la protezione in un centinaio di Stati che hanno sottoscritto i relativi accordi. Il diritto internazionale è dunque la lama invisibile del coltellino svizzero.

Convenzione sul brevetto europeo (en)

Ultima modifica 30.05.2022

Contatto

DFAE Direzione del diritto internazionale pubblico (DDIP)

Kochergasse 10
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