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Comunicati stampa
Comunicati stampa
Nel 2017 l’Assemblea generale dell’ONU ha negoziato il trattato sulla proibizione delle armi nucleari (, ma le potenze nucleari e buona parte dei loro alleati non erano presenti. Il trattato è stato adottato con 122 voti favorevoli, uno contrario (Paesi Bassi) e un’astensione (Singapore). La Svizzera si è dichiarata a favore dell’adozione in seno all’ONU, rilasciando tuttavia una dichiarazione di voto in cui metteva in evidenza una serie di questioni aperte.
Il TPNW sancisce, per la prima volta, un divieto totale ed esplicito delle armi nucleari ispirato dal diritto internazionale. Proibisce di usarle, di minacciarne l’uso, di produrle, stoccarle, acquistarle, detenerle, stazionarle, trasferirle e testarle, oltre a vietare il sostegno a queste attività. L’entrata in vigore del TPNW è subordinata alla ratifica da parte di 50 Stati.
Al termine dei negoziati un gruppo di lavoro interdipartimentale diretto dal DFAE ha analizzato il contenuto del TPNW e le sue possibili ripercussioni, e ha riassunto le proprie valutazioni in un rapporto datato 30 giugno. Il gruppo di lavoro è giunto alla conclusione che nell’ottica attuale le ragioni contrarie all’adesione della Svizzera al trattato superano le opportunità che questa potrebbe offrire
Nella sua seduta del 15 agosto il Consiglio federale ha preso atto del rapporto e ha deciso di non firmare, per il momento, il TPNW. La decisione si fonda sulle conclusioni tratte dal gruppo di lavoro. Pur ritenendo che l’adesione della Svizzera possa essere giustificata da ragioni umanitarie, di diritto internazionale e di politica di pace, è del parere che nel contesto internazionale attuale il trattato comporti (una serie di) rischi di mettere a repentaglio la prosecuzione della diplomazia in materia di disarmo e gli interessi di politica di sicurezza della Svizzera. Inoltre, in questo frangente, le ipotesi sulle conseguenze e su possibili interpretazioni del TPNW sono ancora troppo incerte.
Il Collegio ha poi deciso che la Svizzera prenderà parte alle Conferenze degli Stati (durante il primo ciclo di revisione quinquennale) in veste di osservatrice. In questo modo crea i presupposti necessari per seguire attentamente gli sviluppi futuri e portare avanti il proprio impegno. A tal proposito, ha incaricato il DFAE di redigere un rapporto sugli sviluppi relativi al trattato e di presentarlo al Consiglio federale nell’ambito dei lavori preparatori per la prima conferenza di revisione – ma in ogni caso entro il 2025. Se necessario, si potrà così valutare la posizione della Svizzera.
Il Governo ha infine incaricato il DFAE di consultare le Commissioni della politica estera riguardo alle proprie decisioni e di informare il Consiglio federale dei loro pareri. L’Esecutivo illustrerà la propria posizione anche nell’ambito della trattazione parlamentare della mozione 17.4241 del consigliere nazionale Sommaruga, adottata dal Consiglio nazionale il 5 giugno 2018, che invita il Consiglio federale a firmare il prima possibile il trattato sulla proibizione delle armi nucleari e a sottoporlo immediatamente al Parlamento affinché lo approvi in vista della ratifica.
La Svizzera porta avanti il proprio impegno a favore del disarmo nucleare e condivide l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari. Continuerà a partecipare ai forum ai quali ha accesso promuovendo un confronto costruttivo e perseguendo risultati concreti. In particolare ribadirà, con modalità adeguate, in seno a organi internazionali pertinenti la propria posizione secondo la quale è difficile immaginare che l’ impiego di armi nucleari possa essere conforme ai principi del diritto internazionale, in particolare a quelli del diritto internazionale umanitario.
Informazioni supplementari:
Rapporto del gruppo di lavoro sull’analisi del trattato sulla proibizione delle armi nucleari (pdf)
Indirizzo per domande:
Informazione DFAE
Tel. +41 58 462 31 53
info@eda.admin.ch
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Il Consiglio federale
Dipartimento federale degli affari esteri