Comunicato stampa, 29.12.2019

La Svizzera plaude al nuovo scambio di prigionieri tra Kiev e le zone non controllate dal Governo nell’Ucraina orientale avvenuto il 29 dicembre 2019, a due anni dalla precedente importante liberazione di detenuti. Il DFAE è lieto di aver dato un contributo determinante nelle fasi preparatorie di questa liberazione.

La Svizzera si impegna a favore di una soluzione pacifica del conflitto e si adopera per la riduzione della tensione e il dialogo.
La Svizzera si impegna a favore di una soluzione pacifica del conflitto e si adopera per la riduzione della tensione e il dialogo. © Ambasciata svizzera a Kiev

Il 29 dicembre 2019 sono avvenuti il rilascio e lo scambio di oltre 200 detenuti tra le zone in mano al Governo ucraino e quelle al di fuori del suo controllo. Siccome alcune delle persone rilasciate sono ancora coinvolte in procedimenti giudiziari, le parti si sono impegnate a portarli a termine il prima possibile e a liberarle da qualsiasi procedimento penale. Alcuni di loro erano in stato di arresto dal 2014, quando era scoppiato il conflitto nell’Est del Paese. Questo scambio è stato preceduto da intense trattative in seno al gruppo di lavoro umanitario del Gruppo di contatto trilaterale, nel quale siedono l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), la Federazione russa e l’Ucraina.

Il gruppo di lavoro umanitario, diretto da un coordinatore svizzero, l’ambasciatore Toni Frisch, si incontra a Minsk ogni due settimane e si occupa di negoziare non solo la liberazione di persone imprigionate nel contesto del conflitto, ma anche soluzioni per risolvere altre sfide a carattere umanitario. Tra le questioni più importanti figurano la ricerca e l’identificazione delle persone scomparse e il miglioramento dell’attraversamento della linea di contatto da parte dei civili.

L’ultima grande liberazione di detenuti negoziata nel quadro dell’OSCE, in occasione della quale erano state rilasciate poco più di 300 persone, risale al 27 dicembre 2017. Il 7 settembre 2019 ha avuto invece luogo uno scambio bilaterale, indipendente dalle trattative di Minsk, di circa 70 prigionieri tra l’Ucraina e la Federazione russa.

Dopo quasi due anni di stallo dei negoziati, grazie alla mediazione dell’OSCE, le parti sono riuscite ad accordarsi in merito a un nuovo scambio. Nel mese di luglio del 2019, inoltre, era già stata raggiunta un’intesa su importanti misure umanitarie, come la distensione militare in alcune zone limitate geograficamente e la ristrutturazione, nella località di Stanytsia Luhanska, del ponte che porta oltre la linea di contatto. Questi interventi hanno notevolmente facilitato la vita delle circa 10 000 persone che attraversano ogni giorno la linea.

Il conflitto armato latente nell’Ucraina orientale che, secondo le stime dell’ONU, ha già causato 13 000 vittime, è in corso da oltre cinque anni. La Svizzera si adopera affinché si raggiunga una soluzione pacifica, si allentino le tensioni e si riprenda il dialogo, soprattutto nel quadro dell’OSCE. Nel contesto del suo impegno in materia di politica di pace, nella primavera del 2015, la Svizzera ha distaccato a Minsk l’ambasciatore Toni Frisch, che ha assunto il ruolo di coordinatore del gruppo di lavoro umanitario attivo nella conduzione di trattative in seno al Gruppo di contatto trilaterale.


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