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Comunicati stampa
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Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) è il pilastro fondamentale dell’architettura di sicurezza internazionale. Ogni cinque anni i 191 Stati firmatari verificano l’attuazione e il rispetto del TNP. Quest’anno la conferenza di revisione si tiene in un contesto reso ancora più complicato dall’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina. Ha tuttavia il potenziale necessario per reagire a questa situazione e portare all’adozione di misure adeguate.
La Svizzera intende dare un contributo concreto alla sicurezza internazionale e si impegna per un mondo senza armi nucleari. Per raggiungere questo obiettivo, tutti gli Stati devono lavorare insieme. La Svizzera intende svolgere un ruolo di costruttore di ponti, promuovere un dialogo costruttivo, elaborare regole chiare e contribuire a sviluppare strumenti innovativi per il disarmo.
Trattato di non proliferazione nucleare: base per il disarmo nucleare
La conclusione del TNP nel 1968 è stata dettata dalla corsa agli armamenti tra le superpotenze dopo la Seconda guerra mondiale, e in particolare dal rischio concreto di escalation nucleare durante la crisi dei missili di Cuba nell’ottobre del 1962. Il trattato rimane tuttora la base per il disarmo nucleare globale e si fonda su tre pilastri, che corrispondono alle priorità della politica estera svizzera:
1. il divieto per le cinque potenze nucleari ufficiali – Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia – di trasferire armi nucleari, e per gli altri Stati firmatari di sviluppare, produrre o procurarsi questo tipo di armi;
2. lo smantellamento degli arsenali nucleari esistenti;
3. il diritto all’uso pacifico dell’energia nucleare per tutti gli Stati firmatari.
Alla conferenza di New York la delegazione svizzera si adopererà per ottenere risultati tangibili in tutte e tre le aree di applicazione del trattato. La Svizzera attribuisce un ruolo centrale al disarmo nucleare e alla prevenzione della proliferazione nucleare, in quanto la pace e la sicurezza sono tra le priorità della sua Strategia di politica estera 2020–2023.
Riprendere la via del disarmo
Attualmente il disarmo degli arsenali nucleari risulta difficile ed è in stallo. Uno degli obiettivi del viaggio del presidente della Confederazione Cassis è esortare le potenze nucleari a procedere con maggiore determinazione verso il disarmo. Infatti, finché non verrà eliminato anche l’ultimo missile atomico, i rischi nucleari continueranno a esistere. La strada è lunga. La Svizzera si impegna a ridare vigore all'attuazione degli accordi esistenti e a negoziarne di nuovi.
Negli arsenali delle potenze nucleari ufficiali, ossia Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia, ci sono ancora 13 000 armi nucleari. Dal momento che tutti questi Stati hanno firmato il TNP, è necessario un cambio di mentalità: abbandonare gli armamenti nucleari e lo sfoggio degli arsenali nucleari per riprendere la via del controllo degli armamenti e del disarmo.
Ridurre i rischi nucleari
Una delle priorità della politica estera svizzera è la riduzione dei rischi legati alle armi nucleari. La Svizzera presenterà quindi un pacchetto di misure concrete alla conferenza, coordinato con l'«Iniziativa di Stoccolma». L'iniziativa è stata lanciata nel 2019 da 16 Stati, tra cui la Svizzera. Chiede passi decisivi verso il disarmo nucleare, al fine di rafforzare il TNP come strumento centrale per il disarmo e la non proliferazione.
Informazioni supplementari:
Disarmo e non proliferazione
Trattato di non proliferazione nucleare, TNP (en)
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