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Comunicati stampa
Comunicati stampa
Il 17 luglio gli Stati Parte allo Statuto di Roma si sono riuniti per celebrare il 25° anniversario della sua adozione, partecipando a una tavola rotonda ministeriale sulla visione strategica della CPI per il prossimo decennio. «Con l’istituzione della Corte penale internazionale è nato un elemento imprescindibile dell’architettura multilaterale volta a tutelare lo Stato di diritto. La Corte merita il sostegno incondizionato della comunità internazionale, oggi così come nel prossimo decennio e oltre», ha affermato l’ambasciatrice Corinne Cicéron Bühler. I 25 anni dello Statuto di Roma sono un’occasione per celebrare il raggiungimento di un importante traguardo da parte della comunità internazionale in materia di lotta contro l’impunità. Questo testo ha dato vita alla CPI in quanto organo giudiziario indipendente incaricato di indagare sui crimini più gravi, come il genocidio, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e il crimine di aggressione. Le commemorazioni consentono alla CPI di guadagnare visibilità e contribuiscono a rafforzare il sostegno politico di cui necessita per adempiere il suo mandato. L’incontro aveva anche l’obiettivo di incoraggiare i Paesi che non lo hanno ancora fatto ad aderire allo Statuto di Roma e a riflettere sul suo futuro.
Il giorno successivo, gli Stati membri dell’ONU hanno discusso del contributo della CPI al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. L’incontro informale del 18 luglio, svoltosi in formula «Arria», è stato presieduto dall’ambasciatrice Corinne Cicéron Bühler, con il titolo per tale occasione di segretaria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), e dall’ambasciatore Kimihiro Ishikane, rappresentante permanente del Giappone presso le Nazioni Unite. La riunione ha fornito un quadro per lo scambio di opinioni sul ruolo e sull’importanza della CPI nella lotta all’impunità nel mondo e ha dato agli Stati partecipanti l’occasione di rinnovare il proprio impegno nei confronti dello Statuto di Roma. La presidente dell’Assemblea degli Stati Parte Silvia Fernández de Gurmendi, la direttrice del Fondo di garanzia della CPI per le vittime Deborah Ruiz Verduzco, così come vari rappresentanti del mondo accademico e della società civile hanno presentato la loro visione per il futuro della Corte in materia di pace e sicurezza.
Giustizia e pace duratura: due concetti strettamente legati
Il mandato della CPI è rendere giustizia alle vittime dei crimini più gravi. In collaborazione con gli Stati, tale organo fa sì che i responsabili rispondano delle loro azioni e che queste non si ripetano. La Svizzera sostiene la CPI in quanto istituzione giudiziaria indipendente e imparziale. Durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, l’ambasciatrice Corinne Cicéron Bühler ha affermato che «il Consiglio di sicurezza è la colonna portante della pace e della sicurezza nel mondo, mentre la Corte è il bastione della giustizia penale internazionale. Insieme rappresentano i punti cardine della nostra visione comune di un mondo più giusto, sicuro e pacifico».
La corte condivide i valori fondamentali del sistema delle Nazioni Unite, in particolare la pace, la sicurezza, lo Stato di diritto e il rispetto del diritto internazionale pubblico. La collaborazione tra queste due entità è pertanto cruciale: la giustizia internazionale è infatti una condizione essenziale per garantire una pace duratura. Del resto, la CPI contribuisce alla giustizia anche tramite un programma di partecipazione e di riparazione a favore delle vittime.
25 anni dall’adozione dello Statuto di Roma
Lo Statuto di Roma è stato adottato 25 anni fa nel quadro di una conferenza diplomatica. Il trattato internazionale definisce il crimine di genocidio, i crimini di guerra e contro l’umanità così come il crimine di aggressione e conferisce alla CPI la facoltà di perseguirli. Questo anniversario segna un quarto di secolo di impegno nella lotta contro l’impunità da parte della comunità internazionale. Dal canto suo, la Svizzera si è sempre adoperata per difendere e promuovere i principi e i valori dello Statuto di Roma. Sostiene inoltre la Corte sin dalla sua istituzione e continua a farlo in linea con la sua Strategia di politica estera 2020–2023.
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