È qui che Tahaddi svolge il suo lavoro. Dal 2008 questa ONG libanese aiuta migliaia di famiglie costrette ad affrontare molte difficoltà: precarietà, esclusione dal sistema scolastico, traumi, assenza di ambulatori e ospedali ecc. L’arrivo dei profughi siriani dal 2011 non ha fatto altro che aumentare il numero delle persone vulnerabili.
«All’inizio ci siamo occupati di curare le ferite dei bambini perché le madri disperate non avevano i mezzi per rivolgersi a un dispensario» spiega Catherine Mourtada, cofondatrice dell’ONG. «Ma abbiamo capito subito che le necessità erano molto maggiori. Per questo abbiamo deciso di aprire un centro medico-sociale e un centro educativo».
Un’oasi di pace in mezzo ai tuguri
Nel 2010 nasce dunque un vero e proprio centro educativo. Oggi, il centro scolastico di Tahaddi accoglie più di 350 allieve ed allievi in diversi programmi: quattro classi prescolari, 11 classi della scuola primaria e un centinaio di ragazze e ragazzi inseriti in un progetto di sostegno per lo svolgimento dei compiti scolastici. Queste bambine e questi bambini non scolarizzati o descolarizzati possono così seguire un corso di insegnamento conforme agli obiettivi dell’educazione nazionale. L’insegnamento è anche adeguato alle loro difficoltà sociali. I corsi comprendono arabo, inglese, matematica, scienze, storia, geografia e informatica. Anche la musica, le arti plastiche, il teatro e l’attività fisica fanno parte dei programmi scolastici. Quello di Tahaddi è un centro inclusivo e accoglie anche sette persone dalle esigenze speciali.
L’obiettivo è portare un soffio di normalità nella vita di questo quartiere. Il tetto della scuola viene usato come cortile di ricreazione ed è il solo spazio di gioco della zona.
Dal 2012 nel centro educativo di Tahaddi ci sono anche bambine e bambini siriani giunti nel Paese come profughi. Spesso sono profondamente traumatizzati da quello che hanno vissuto in Siria e sono incapaci di parlare normalmente. Basta il passaggio di un elicottero a gettarli nel panico. Come nel caso di altri minori in difficoltà sono seguiti da personale esperto in ortofonia, psicologia e scienze psicomotorie.
Un laboratorio di sartoria accoglie una decina di donne, tra cui alcune madri di allieve ed allievi. I vestiti che escono da questo laboratorio vengono venduti e il denaro raccolto va alle sarte. Queste misure fanno parte di un programma più ampio di Tahaddi che mira a coprire le esigenze socio-educative di queste famiglie e include l’alfabetizzazione e la formazione professionale degli adulti.
Servizi sanitari a portata di mano
Il centro medico-sociale di Tahaddi è un altro punto nevralgico del quartiere. Fondato nel 2008 garantisce oltre 600 visite gratuite al mese. Farmaci ed esami di laboratorio sono sovvenzionati o forniti a prezzi di costo. La maggior parte dei problemi trattati riguardano ferite legate allo svolgimento di lavori pesanti e pericolosi. Molti adulti del quartiere lavorano in settori professionali le cui condizioni sono particolarmente difficili. Anche bruciature, lesioni dovute a elettrocuzione, morsi di ratti e malattie respiratorie sono molto frequenti, e i casi di gastroenterite infantile sono numerosi. I virus si propagano facilmente in un ambiente in cui poche famiglie dispongono di un frigorifero e di acqua corrente.
Per il dottor Dany Daham le condizioni insalubri del quartiere e lo stress permanente nel quale vivono i suoi abitanti sono vere e proprie sfide. Dal 2008 Dany Daham si reca tutti i giorni dal centro di Beirut a Hay el Gharbé per esercitarvi il proprio mestiere. «A volte devo curare casi di malattie polmonari gravi e raccomando ai pazienti di smettere di fumare, ma come fanno a liberarsi di questa dipendenza in un ambiente così duro? Anch’io sono un ex fumatore e so quanto è stato difficile rinunciare alle sigarette nonostante la mia situazione privilegiata».
Il centro medico-sociale è fondamentale per i profughi siriani che lì possono ricevere le cure necessarie senza dover mostrare documenti ufficiali. Dal 2015 il Libano non registra più i siriani che entrano sul suo territorio. La loro presenza è di fatto illegale e questa situazione complica il loro accesso ai servizi pubblici come quelli sanitari.
Il sostegno della DSC a Tahaddi è frutto della volontà della Svizzera di proteggere le persone particolarmente vulnerabili in Libano a prescindere dalla loro origine, la loro etnia o le loro opinioni politiche. Questo aiuto è essenziale in un Paese che accoglie oltre un milione e mezzo di profughi siriani e circa 174’000 profughi palestinesi.
Il sostegno della DSC a Tahaddi comprende anche un contributo del Principato del Lichtenstein. Il cofinanziamento è garantito da un partenariato tra i due Paesi in materia di aiuto umanitario.