Signora Ministro,
Signor Sottosegretario,
Signor Presidente,
Signor Sindaco,
Illustri ospiti e cari amici italiani e svizzeri,
Sono felice di essere qui a Genova a festeggiare insieme con voi il primo lustro del Forum per il Dialogo tra l'Italia e la Svizzera. Per prima cosa vorrei esprimere tutta la mia solidarietà e la vicinanza della Svizzera alla popolazione di Genova, così duramente colpita dal crollo del ponte Morandi. Il tema delle infrastrutture c’interroga e quale città, meglio di Genova, potrebbe ospitare la nostra riflessione odierna? Grazie dunque agli organizzatori e alle nostre rispettive ambasciate – di Svizzera a Roma e d’Italia a Berna – per avere voluto organizzare proprio qui questo dialogo politico e tecnico, che giunge alla sua quinta edizione. Il Forum è frutto degli stretti legami che uniscono i nostri due Paesi a livello di cittadini, di associazioni e di imprese.
1. Rapporti tra Italia e Svizzera
La relazione tra la Svizzera e l’Italia è fondata su una miriade di legami umani, culturali, scientifici ed economici. La Svizzera, sempre più ghiotta di Made in Italy, è un partner commerciale imprescindibile per l’Italia, che esporta nel nostro Paese di 8.5 mio di abitanti tanto quanto verso la Cina e l’India insieme (con 2,7 mia di abitanti!). L’Italia è per noi il terzo partner economico, dopo Stati Uniti e Germania, e davanti alla Francia. Dall’Italia importiamo più (20 mia CHF) di quanto vi esportiamo (16 mia CHF), mentre investiamo in Italia 4 volte tanto quanto l’Italia in Svizzera. Considerata la differenza di popolazione, ciò evidenzia la vitalità della collaborazione economica!
La Svizzera contribuisce dunque in modo sostanziale a creare posti di lavoro in Italia.
Ma la nostra relazione va oltre l’economia: in Svizzera la lingua italiana è lingua ufficiale. Spesso si dimentica che la Svizzera è il secondo Paese italofono al mondo (per numero d’abitanti). Ciò crea un legame psicologico e culturale unico. Senza dimenticare la massiccia immigrazione italiana del dopoguerra: sin dalla metà del secolo scorso l’importante comunità italiana in Svizzera ci ha portato tradizioni, cultura, operosità e ingegno, che a tutt’oggi arricchiscono il nostro paese e rafforzano l’italianità della Svizzera. Noi italofoni abbiamo studiato gli stessi autori a scuola, utilizziamo gli stessi giochi di parole e ridiamo per le stesse barzellette. Quale migliore base per capirsi?
Ma nulla è scontato. Come in ogni relazione di lungo corso, la forza dell’abitudine rischia di sbiadire la vitalità del rapporto politico. Così negli ultimi anni sono cresciute le tensioni per alcune questioni aperte in ambito finanziario e fiscale. L’importante passo compiuto nel 2015 con la conclusione della roadmap politica tra Italia e Svizzera attende tuttora la conferma governativa italiana. Ne ho discusso poche settimane fa in Svizzera con il mio omologo Ministro Enzo Moavero Milanesi, nel corso della sua gradita visita. Questa lunga attesa mette a repentaglio la fiducia nelle autorità. Perciò vorrei chiedervi di adoperarvi, tutti, affinché si possa compiere un passo avanti.
I nostri rapporti con l’Italia sono poi anche da interpretare nella relazione speciale che lega la Svizzera all’Unione europea, una relazione ricca di una fitta rete di oltre 150 contratti bilaterali. Ma i rapporti tra Svizzera e Italia devono anche poter trascendere dal quadro istituzionale europeo, pur tenendone debitamente conto. Non siamo uno Stato membro dell’UE, ma nemmeno un qualsiasi Paese terzo, vista la posizione geografica, la nostra identità culturale e i nostri valori mitteleuropei.
2. Genova e Liguria – temi del Forum
Sono molto lieto che il Forum di quest’anno si svolga insieme con la Regione Liguria e la città di Genova. Mi sono spesso chiesto che cosa abbia voluto dire Paolo Conte in “Genova per noi” quando canta di “quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi mentre guardiamo Genova”. Noi svizzeri, quando guardiamo Genova, ne ammiriamo la storia, l’importanza economica, il celebre porto, la ricca cultura … cucina compresa! Il porto è una delle maggiori fonti di approvvigionamento commerciale per la Svizzera e uno sbocco verso il mondo intero. Genova è la porta d’ingresso meridionale delle merci in Europa; merci che poi – spesso attraverso il Gottardo – alimentano i nostri mercati.
Con il commercio viaggiano anche uomini e donne, con le loro idee e i loro sogni. Ed alimentano la cultura. Oggi vogliamo guardare al futuro e parlare di quattro temi: le infrastrutture, il turismo, la scienza e l’Europa.
3. Infrastrutture
Nessun’altra città più di Genova può comprendere l’importanza delle infrastrutture, per almeno due ragioni: il ponte Morandi e il porto.
Il crollo del ponte, oltre alla sua dimensione tragica per la perdita di vite umane, è stato un forte monito per la gestione a lungo termine delle infrastrutture.
Il porto ha un’importanza strategica per Genova, per l’Italia, la Svizzera e l’intera Europa. Il pittore svizzero Paul Klee affermò di aver compreso pienamente la grandezza del globo terrestre solo dopo aver visto questo porto. Genova e il suo porto necessitano tuttavia di un ampio contesto infrastrutturale di prim’ordine, per assumere con successo il ruolo di hub per l’ingresso di merci in Europa.
Il collegamento alla rete ferroviaria – con la questione dell’ultimo chilometro e quella dei retroporti – così come il potenziamento del congiungimento su rotaia tra la Liguria e la pianura padana, sono aspetti di un dibattito non solo interno, ma anche internazionale. Un dibattito che tocca da vicino anche la Svizzera, situata nel cuore del corridoio ferroviario europeo Genova-Rotterdam.
Poco più di un anno fa, a Lugano, le autorità genovesi e luganesi siglavano importanti accordi di cooperazione, segno tangibile della comunione di interessi e della prossimità delle nostre regioni. Nel contempo, tra poco più di un anno, verrà inaugurato in Svizzera il tunnel del Monte Ceneri, a conclusione dei lavori iniziati trent’anni fa – con l’avallo di un voto popolare – per la Nuova Ferrovia Transalpina.
L’obiettivo fissato dal nostro governo nel 1993 è di trasferire il traffico merci dalla strada alla rotaia, limitando i passaggi di camion attraverso le Alpi a 650'000 unità. Un obiettivo non ancora raggiunto: lo scorso anno sono stati 941'000 i transiti. Ma è incoraggiante constatare che la tendenza è al ribasso: il transito di merci su gomma è diminuito di un terzo rispetto a vent’anni fa. Un risultato tanto più rilevante se consideriamo l’aumento della popolazione e del traffico. Un risultato raggiunto con continui miglioramenti dell’infrastruttura ferroviaria.
Dagli anni 90 ad oggi, la Svizzera ha investito 21 mia € per il trasferimento del traffico su rotaia. Si tratta del più consistente contributo diretto di un paese non-UE ai corridoi di mobilità europei. Meno traffico su strada significa meno inquinamento, meno incidenti e minor congestionamento dei grandi centri. Treni lunghi e in orario sono necessari per competere con gli altri mezzi di trasporto su scala europea. Sono obiettivi condivisi dai nostri due paesi.
4. Turismo – viaggio - cultura
Le infrastrutture sono anche la spina dorsale di ogni attività legata al turismo, altro tema di questo Forum. Il turismo è un settore trainante delle economie europee – a maggior ragione per entrambi i nostri Paesi, che hanno una lunga tradizione di ospitalità grazie a tante destinazioni turistiche da sogno.
Anche in questo settore abbiamo forti interessi comuni: l’Italia è il secondo paese di destinazione per i turisti svizzeri; la Svizzera il quinto per il turismo del Belpaese. I turisti svizzeri spendono circa 2,5 mia € all’anno in Italia, quelli italiani 1,5 mia € in CH.
Viaggiare ha anche un forte impatto culturale: proprio Genova e la Liguria sono ormai ancorate nell’immaginario collettivo svizzero. Per noi Svizzeri del Sud quello ligure è addirittura il mare “della porta accanto”! A poche ore da casa ci regala quel senso di vastità che accompagna splendidamente gli aromi di una cucina mediterranea.
5. Scienza – salute – big data
E visto che il buon cibo nutre i cervelli, anche nei campi della scienza e dell’innovazione i nostri rapporti sono proficui. La circolazione di idee non conosce confini, come attestano le numerosissime collaborazioni accademiche e di ricerca.
Uno strumento di dialogo in quest’ambito è la Commissione scientifica bilaterale italo-svizzera, a cui da 5 anni si aggiunge anche questo Forum. Quest’anno si parlerà di “Salute e Big data”, un argomento che, come medico, mi sta a cuore.
Nelle attuali società dell’informazione, la conoscenza e l’ingegno sono preziosi per la nostra prosperità tanto quanto i manufatti e le materie prime. Da anni la Svizzera occupa i primi posti nelle classifiche internazionali sull’innovazione. Partecipiamo a tante organizzazioni di ricerca internazionali e ne ospitiamo anche alcune di prestigio: pensiamo solo al CERN di Ginevra, diretto proprio da una scienziata italiana di fama mondiale come Fabiola Gianotti.
Ai programmi di ricerca dell’Unione Europa – dall’attuale Horizon 2020 al futuro Horizon Europe – la Svizzera partecipa come Paese pienamente associato. Siamo un partner affidabile, capace di svolgere progetti di alto valore, nell’interesse di tutta la comunità europea. L’attuale discussione tra l’UE e la Svizzera sull’accordo quadro istituzionale solleva tuttavia alcuni dubbi sulla futura partecipazione. E’ nell’interesse di tutta l’Europa continuare questa collaborazione!
6. Europa
E proprio all’Europa è dedicato il quarto gruppo di lavoro del Forum. Uno degli scopi del Forum è proprio l’interconnessione della Svizzera con i suoi vicini e l’UE. Ogni giorno la Svizzera scambia con l’UE merci per oltre 1 mia di franchi, offre lavoro a oltre 315’000 frontalieri UE e il 20% degli abitanti sono cittadini UE (1.5 mio su 8.5). La permeabilità delle frontiere per il lavoro, gli studi universitari e la ricerca è fondamentale; il mondo economico e culturale europeo è anche il nostro.
Ma l’Europa sta attraversando un periodo denso di sfide. Da un lato vediamo una certa fatica nel ricordare la ragion d’essere dell’UE quale progetto di pace e prosperità. Dall’altro avvertiamo il soffio di un vento nazionalista e protezionista sul Continente. Quale sarà allora l’Europa del futuro? Forse le elezioni del 23-26 maggio ci daranno elementi di risposta. Una questione fondamentale anche per il mio Paese, vista la sua posizione geografica.
La Svizzera non solo è nel cuore dell’Europa, ma l’Europa – con le sue lingue e le sue culture – è nel cuore della Svizzera. Nata oltre sette secoli or sono come un’alleanza di interessi contro casati reali, quale ente confederativo, il nostro Paese ha alcune particolarità organizzative: la Svizzera vede nella partecipazione cittadina (democrazia diretta) il miglior antidoto contro la concentrazione del potere. Perfino Napoleone dovette rendersi conto che il modello centralistico francese era l’esatto contrario del DNA elvetico: cinque anni dopo la creazione di una repubblica unitaria, nel 1803, fu costretto a gettare la spugna e ripristinare un modello decentralizzato – federalista appunto. Il federalismo e la democrazia diretta sono tutt’oggi i capisaldi del nostro sistema politico: una forma organizzativa che la Svizzera ritiene, a torto o a ragione, poco compatibile con il modello UE. Ciò nonostante partecipiamo all’Europa dei valori: penso al Consiglio d’Europa, dove condividiamo i valori di pace e dei diritti umani. La nostra politica europea è perciò caratterizzata da tanti referendum per trovare il miglior equilibrio possibile tra integrazione economica e indipendenza politica. Una via appunto sui generis chiamata “bilaterale”.
Per rafforzare la comprensione di questo approccio stiamo negoziando un nuovo accordo con l’UE. Un accordo sulle questioni istituzionali che regolano l’accesso reciproco al mercato, così da poter consolidare ed estendere i nostri rapporti bilaterali. In Svizzera se ne parla ogni giorno!
Ben venga quindi una discussione sui diversi modelli d’integrazione: un tema di grande attualità anche a causa della Brexit. Mettiamo a fuoco le idee e le esperienze di un paese plurilingue con un approccio sui generis all’UE con quelle di un paese membro fondatore dell'UE! Come vicini, abbiamo interesse a non perdere mai di vista la necessità di sviluppare in modo sostenibile sia le attività dei cittadini che degli attori economici e di tutta la società.
7. Conclusione
Permettetemi di concludere parafrasando un grande artista genovese, Fabrizio De’ André, gigante della canzone italiana. Vorrei che “come tutte le più belle cose…” il Forum non vivrà “solo un giorno, come le rose”.
Le vostre idee e il vostro impegno sono preziosi per nutrire la cooperazione tra i nostri due Paesi e permetterci di disegnare e rendere possibile il futuro che vogliamo!
Nuovamente grazie agli organizzatori, agli sponsor, e soprattutto … a tutti voi.
Grazie per la gentile attenzione!